In calo contagi, ricoveri, terapie intensive e decessi: sono questi i dati che emergono dall’ultimo monitoraggio settimanale elaborato dalla Fondazione Gimbe, che mostrano una situazione generalmente positiva in tutta Italia, fatta eccezione per i numeri che riguardano le quarte dosi, visto che una fascia importante della popolazione – circa 12 milioni di persone, tra over 60, fragili o immunodepressi, operatori sanitari e ospiti Rsa – ne è ancora sprovvista.
Monitoraggio settimanale Covid Gimbe: i dati in Italia
Continuano a scendere tutti gli indicatori del Covid, secondo il nuovo monitoraggio indipendente elaborato dalla Fondazione Gimbe sull’andamento della pandemia in Italia. Nel dettaglio, nel periodo compreso fra il 3 e il 9 febbraio, è calato il numero dei contagi (-10,1%), con 30.901 nuovi casi contro i 34.377 della settimana precedente – una media di poco oltre 4mila casi al giorno -, quello di ricoveri ordinari (-6,8%) e terapie intensive (-8,9%) e quello dei decessi (-36,4%). Il calo più pronunciato di nuovi casi positivi è in Molise, dove sono scesi del 51,9%; sono saliti, invece, in Sardegna (+25,9%), in Valle d’Aosta (+12,5%), nelle Marche (+12,2%) e in Toscana (+2,5%). Spicca, in particolare, la provincia di Sassari, dove si è assistito quasi a un raddoppio del numero di positivi (+91,5%), con un vero e proprio picco, anche se in nessuna provincia l’incidenza supera i 500 casi per ogni 100mila abitanti. La diminuzione dei nuovi positivi si lega, comunque, al mumero sempre più basso di tamponi effettuati (-8,1%), in particolare quelli rapidi (-9,9%).
Seppur sottostimati, si tratta di dati ottimistici, anche sul fronte degli ospedali. Come spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe, “continua a scendere il numero dei ricoveri sia in area medica (-6,8%) che in terapia intensiva (-8,9%)”. I posti letto Covid occupati in area critica, dopo aver raggiunto il massimo di 347 il 12 dicembre, sono scesi a 163 il 9 febbraio; in area medica, dopo il picco di 9.764 il 12 dicembre, sono scesi a 3.459 il 9 febbraio. Il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid, cioè la quantità di pazienti Covid sul totale delle persone ricoverate, è invece del 5,4% in area medica – si va dallo 0,6% del Molise al 17,7% dell’Umbria – e dell’1,6% in area critica – dallo 0% di Basilicata, Molise, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento e Valle d’Aosta al 4% dell’Emilia Romagna -. Sono “in lieve diminuzione gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 15 ingressi al giorno rispetto ai 18 della settimana precedente”. In calo anche il numero di morti per Covid-19: 279 nella settimana presa in esame (-36,4%), con una media di 40 decessi al giorno, contro i 64 nel periodo precedente.
Preoccupa la situazione quarte dosi
Se i dati generali sulla diffusione del Covid-19 sono positivi, preoccupano quelli sulla campagna di vaccinazione. Il punto dolente sembra essere, in particolar modo, la quarta dose: sarebbero 12 milioni, secondo i dati, le persone che potrebbero riceverla subito e non l’hanno ancora fatta. Si tratta di over 60, fragili o immunodepressi, operatori sanitari e ospiti Rsa. Nel dettaglio, nella settimana dal 3 al 9 febbraio sarebbero state effettuate, in media, 3.223 somministrazioni al giorno, rispetto alle 4.549 del periodo precedente. La copertura nazionale sarebbe quindi al 31%: meno di uno su tre in base alla platea ufficiale, che non viene aggiornata dal 17 settembre 2022. Ciò mentre ha preso il via anche la somministrazione della quinta dose, che è rivolta a una platea di 3,1 milioni di persone. Finora, l’ha ricevuta mezzo milione di persone, 1.996 nell’ultima settimana (in leggero aumento rispetto alla settimana precedente, quando se ne erano registrate 1.960).