Ha ucciso la madre disabile e poi ha tentato di togliersi la vita tagliandosi le vene: è la tragica vicenda che ha coinvolto un 64enne originario di Casoli, in provincia di Chieti, ora ricoverato in Psichiatria. Non si è trattato, per poco, dell’ennesimo caso di omicidio-suicidio: l’ultimo, qualche giorno fa, ha coinvolto il Catanese, dove un uomo condannato all’ergastolo ha ucciso due donne e si è poi tolto la vita, aiutato da un complice che è stato ora arrestato.
Strangola mamma disabile Chieti e poi tenta il suicidio
Secondo quanto si apprende dall’Agi, la vittima, di nome Cesina Bambina Damiani, disabile non autosufficiente di 88 anni, sarebbe stata rinvenuta senza vita nel pomeriggio di ieri dalla badante, che l’avrebbe trovata nel letto all’interno della sua abitazione con evidenti segni sul collo e avrebbe immediatamente dato l’allarme. Ad essere sospettato è il figlio della donna, 64enne in passato impiegato comunale. I carabinieri lo avrebbero rintracciato a bordo strada, con i polsi tagliati, molto probabilmente a seguito di un tentativo di suicidio. Portato in pronto soccorso per tutte le cure del caso, l’uomo sarebbe poi stato trasferito nel reparto di Psichiatria. Non si conoscono, al momento, i motivi dell’omicidio, ma sembra che i militari dell’Arma abbiano ritrovato all’interno della casa familiare un biglietto di scuse.
Doppio omicidio e suicidio a Riposto: proseguono le indagini
È stato fermato, intanto, Luciano Valvo, il 55enne originario di Catania accusato di essere stato il complice del killer che ha ucciso due donne a Riposto e si è poi tolto la vita. Il responsabile si chiamava Salvatore La Motta: esponente di spicco di un clan mafioso, 66 anni, era stato condannato all’ergastolo per associazione mafiosa e per l’omicidio di Leonardo Campo, nel 1992, ma era ora detenuto in regime di semi libertà perché stava usufruendo di un permesso premio; sarebbe dovuto rientrare nel carcere di Augusta, nel Siracusano, proprio il giorno dei delitti. Avrebbe invece mietuto due vittime, due donne di 48 e 50 anni: stando a quanto ricostruito finora, sembra che avesse con la prima, Carmelina Marino, una relazione extraconiugale. Gli inquirenti seguono quindi la pista passionale, anche se non è chiaro, almeno per il momento, quali fossero i suoi collegamenti con la seconda donna, Santa Castorina. Dopo averle uccise a colpi di pistola, La Motta si sarebbe presentato spontaneamente in caserma e si sarebbe suicidato davanti ai carabinieri.
“Il presunto killer si è presentato in caserma dicendo di volersi consegnare. Era armato di pistola. I carabinieri hanno cercato di tenerlo sotto tiro, ma lui si è suicidato”, ha fatto sapere il comandante del reparto operativo dei carabinieri del comando provinciale di Catania. E ha aggiunto: “Sono in corso le indagini per comprendere le motivazioni che si celano dietro i gesti dell’uomo per cercare di capire le dinamiche che lo legavano alle due donne”. Nei confronti di Luciano Valvo la Procura ha invece disposto il fermo per concorso in omicidio: secondo l’accusa, il 55enne avrebbe accompagnato il killer prima nei luoghi del delitto e poi in caserma. Bloccato dai carabinieri mentre stava abbandonando la propria abitazione, nell’interrogatorio davanti al sostituto procuratore si è avvalso della facoltà di non rispondere. Sul caso è intervenuto anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha chiesto all’Ispettorato generale di avviare urgenti accertamenti preliminari sui fatti. “Questa tragedia non riflette la nostra città” – ha aggiunto – ma quello che è accaduto è senza giustificazioni, atti che possono essere collegati soltanto alla follia umana. Non conoscevo personalmente le due donne e l’uomo, di questo sapevo della sua famiglia. Ieri sembravamo in un film americano, si parlava di un serial killer che uccideva le donne e arrivavano segnalazioni di omicidi, mai commessi, da diverse parti della città. Una follia. Riposto non è questa”, ha dichiarato il Sindaco, Enzo Caragliano.