Gli ultimi aggiornamenti in merito al terremoto che ha devastato l’ampia regione al confine tra Siria e Turchia si fanno di ora in ora più drammatici: 40mila il bilancio dei morti accertati e la situazione si aggraverà ancora. Nello specifico, in Turchia, l’ultimo bilancio parla di 29.605 persone che hanno perso la vita, mentre in Siria l’Organizzazione mondiale della salute ha riferito di 8.500 vittime. Nella provincia turca di Hatay i corpi, come nel sisma del 1999, vengono seppelliti in fosse comuni. Intanto le operazioni di soccorso proseguono tra le mille difficoltà. Ieri gli ultimi salvataggi di una bambino di sette mesi e di una donna di cinquant’anni, il primo estratto dalle macerie dopo 140 ore e l’altra dopo 159. Richard Brennan, direttore per le emergenze dell’OMS per la regione del Mediterraneo orientale ha detto: “È difficile dare i numeri esatti, crescono ogni giorno. Ma da quello che sappiamo oggi, nei territori controllati dal governo siriano, circa 4.000 persone sono state uccise e 2.500 ferite, e nella Siria nordoccidentale, circa 4.500 sono state uccise e 7.500 sono rimaste ferite”.

Gli ultimi aggiornamenti sul terremoto che ha devastato Siria e Turchia parlano di quasi 40mila vittime

L’emblema della corruzione è il palazzone costruito nel 2019 a Malatya e che si è spaccato in due come una mela, uccidendo decine di persone. La società l’aveva promosso come una struttura all’avanguardia, “realizzato nel rispetto delle ultime normative antisismiche. Qualità di prima classe”, recitava la pubblicità che ora è scomparsa dal loro sito. La Turchia, infatti, non è nuova a episodi del genere. Dopo i catastrofici terremoti del 1999, che hanno ucciso più di 18mila persone, il Paese ha rivisto le norme che disciplinano la costruzione di edifici residenziali. Nel 2007 è stato quindi adottato un codice per la costruzione delle abitazioni, tenendo conto dei requisiti necessari per la protezione antisismica. I violenti terremoti che hanno colpito la Turchia sud-orientale il 6 febbraio sono stati tre volte più potenti del disastro del 1999 e probabilmente, come ha dichiarato anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, i più potenti che ha colpito la Turchia dal 1939 a oggi. Questo, tuttavia, non basta a giustificare una catastrofe di tali proporzioni, dal momento che gli edifici più recenti avrebbero dovuto reggere alla violenza delle scosse. Va da se che a causare un bilancio così grave non può che essere stata la superficiale (o mancata) applicazione dei regolamenti edilizi. Secondo un articolo apparso sul giornale inglese Guardian e ripreso da molte testate, sulla carta gli standard di sicurezza degli edifici turchi sono tra i migliori al mondo e vengono regolarmente aggiornati con norme specifiche per le regioni soggette a terremoti. Il calcestruzzo infatti deve essere armato con acciaio e le pareti e i pilastri portanti devono essere distribuiti in modo tale da evitare il “pancaking”, ovvero il fenomeno dei piani che si sovrappongono l’uno sull’altro dopo il crollo verticale. Ma geologi, urbanisti, architetti e specialisti hanno avvertito per anni che anche molte strutture moderne in tutto il paese costituivano “macerie in attesa” perché i regolamenti edilizi non erano stati adeguatamente seguiti. Le violazioni, continua il quotidiano britannico “non sono mai state sufficientemente penalizzate per dissuadere le società di costruzioni e gli investitori dal prendere scorciatoie, e gli esperti affermano che il problema è stato ampiamente ignorato perché affrontarlo sarebbe costoso e impopolare”. A questo deve aggiungersi anche la crisi umanitaria che nell’ultimo decennio a portato all’aumento della popolazione nell’area colpita dal sisma in Turchia dovuta al massiccio afflusso di milioni di rifugiati dalla vicina Siria, in fuga dalla guerra civile.

Si indaga sui condoni edilizi: oltre 100 costruttori arrestati

Ad oggi non è dato sapere come sia stata spesa dal Governo la tassa sui terremoti, che si stima abbia raccolto 3 miliardi di dollari (2,5 miliardi di sterline) dal disastro del 1999. Dagli anni ’60 il governo turco ha periodicamente approvato condoni edilizi. L’ultimo è stato nel 2018 e solo pochi giorni prima dell’ultima tragedia, i media turchi hanno riferito che un altro sarebbe stato discusso a breve al parlamento turco. Secondo Pelin Pınar Giritlioğlu, capo delle camere sindacali di ingegneria e architettura di Istanbul, nelle 10 province turche colpite, nel corso degli anni ,sono stati concessi condoni a 75.000 edifici. Intanto è partita la caccia al colpevole: Sono più di 100 i costruttori arrestati. Uno di loro, responsabile di un lussuoso complesso di appartamenti di 12 piani costruito ad Antakya nel 2013 e crollato lunedì scorso, è stato arrestato mentre tentava di imbarcarsi su un volo per il Montenegro venerdì notte. Ai pm turchi ha detto che la sua azienda ha seguito tutte le procedure e la legislazione antisismica. Il ministero della giustizia ha promesso di punire chiunque sia ritenuto responsabile, annunciando l’istituzione di unità di indagine criminale sui terremoti, e i pubblici ministeri hanno iniziato a raccogliere campioni di edifici per analizzare i materiali utilizzati. “È vero che non ci aspettavamo un terremoto di questa portata, ma è anche chiaro che la maggior parte della distruzione è il risultato di fallimenti umani”, ha detto il professore Övgün Ahmet Ercan, membro del comitato consultivo sui terremoti della camera turca degli ingegneri geofisici. Con la ricerca di un capro espiatorio si rincorrono anche le promesse: Erdoğan ha già detto che la ricostruzione sarà completata in un anno. La conta delle vittime non è ancora finita.