Primarie PD Bonaccini Schlein sarà il duello finale. In attesa dei risultati definitivi dei collegi provinciali, esclusi quelli di Lazio e Lombardia dove prosegue fino al 19 febbraio, l’investitura dei due candidati è praticamente certa per il voto di domenica 26 febbraio. Accantonati gli abbracci e i sorrisi degli scorsi giorni, Bonaccini e la Schlein hanno cominciato le schermaglie a distanza per sottolineare ciascuno il proprio successo.
“Ho più di 20 punti di vantaggio – aveva cominciato in mattinata Bonaccini – Ringrazio chi mi ha scelto, siamo al 54%, è un risultato molto importante, ma l’importante è che le persone partecipino“. Il secondo posto nel gradimento fra gli iscritti non pare faccia paura a Schlein che ha rilanciato: “Saremo in grado di mobilitare moltissime persone alle primarie del 26 febbraio e questo ci metterà nelle condizioni di dare un grande valore aggiunto a questo congresso. E vincerlo“.
I sostenitori di Schlein fanno grande affidamento al voto di fine febbraio nei gazebo quando potranno esprimere la loro preferenza anche i non iscritti al partito con la convinzione che premieranno l’italosvizzera. I numeri potrebbe infatti dare ragione a questo ragionamento: infatti nei circoli si contano circa 100mila iscritti mentre alle primarie sono attesi circa un milioni di partecipanti.
L’esito dei circoli “è andato oltre le aspettative – ha commentato Marco Furfaro, portavoce nazionale della mozione Schlein – Era il terreno dove tutti ci davano per sfavoriti“. Ma per la squadra del governatore, “la presunta rimonta – ha detto Pina Picierno (Pd) – è stata raccontata soltanto dai comunicati stampa, ma la realtà parla di un vantaggio consolidato e enorme di Stefano Bonaccini“. Gara di letture e gara di dati. Il deputato Andrea De Maria, che sta col presidente dell’Emilia-Romagna, ha fatto sapere che a Bologna “la vittoria di Stefano Bonaccini è stata netta, con il 55,42% nella Federazione“, che comprende anche i comuni della Città Metropolitana. Un “risultato che vale doppio“, ha esultato Bonaccini. A Firenze “Bonaccini è al 58% con 22 punti di vantaggio su Schlein” ha annunciato Dario Nardella.
Dal comitato Schlein hanno risposto con i dati di Milano, indicando la candidata in vantaggio (42%) sul rivale (38,5%), Napoli dove “il risultato definitivo è di 898 voti per Elly Schlein e 881 per Stefano Bonaccini” e della Liguria, con Bonaccini al 38,25% e Schlein al 54,09%: anche se sarebbe l’unico dato complessivo di una regione che la vede in testa. “Abbiamo vinto in molte città, come Verona, Milano, Napoli, Catania, Venezia, Genova… – ha commentato Francesco Boccia – Dove non c’è la mano delle reti organizzate, Schlein vince“. La vittoria a Napoli soddisfa molto la candidata italosvizzera, questo il commento del suo comitato: “Ci troviamo dinanzi ad un dato numerico e politico eclatante se consideriamo le forze che erano in campo e le previsioni della vigilia. La proposta di Elly vince a Napoli, perché la candidatura che più di tutte raccoglie la profonda voglia di cambiamento che c’è nel nostro popolo“.
La sfida non è solo sui numeri, sale di tono soprattutto nella gestione e nella visione che dovrà avere il Partito Democratico. “Non ci serve il partito degli amministratori – è stata la stoccata di Schlein al presidente di Regione – essere amministratori di per sé non è una linea politica e a noi serve una linea politica“. Ci sono poi le piccole sfide dal sapore antico. Come quella del circolo della Bolognina (quello della svolta di Occhetto e quello scelto da Schlein per il ritorno nel Pd), che ha visto al congresso Schlein e Cuperlo illustrare di persona le mozioni, l’una di fronte all’altro: Schlein è arrivata prima con 68 voti su 135, Cuperlo secondo con 36 voti, e Bonaccini terzo a quota 31. Il presidente della Regione ha però vinto nella sua Capogalliano col 95% delle preferenze. Il Presidente dell’Emilia-Romagna vince anche in casa dell’avversario. La Schlein nei circoli PD in Svizzera ha raccolto il 31% dei voti contro il 59% di Bonaccini.
Ora si guarda alle primarie in cui ci sarà il duello finale. Nei prossimi giorni, saranno importanti anche gli endorsement degli esclusi. Cuperlo non sembra intenzionato a dare indicazione, la De Micheli invece non ha sciolto la riserva.
Essere un buon amministratore non basta, occorre una nuova visione per il nostro futuro.