Non si arresta la tensione tra Israele e la Palestina: secondo quanto riferiscono le agenzie di stampa locali, le truppe di Gerusalemme avrebbero ucciso un ragazzino palestinese di 14 anni durante un’incursione in una città di frontiera della Cisgiordania. Uno scontro a fuoco armato in cui ad avere la peggio è stato un civile innocente forse transitato per caso nell’area.

Anche alcuni membri dell’esercito israeliano sono rimasti gravemente feriti: pare che la guerriglia sia degenerata dopo che il plotone, che si stava dirigendo a Jenin per prelevare un sospetto terrorista, è stato coinvolto in un agguato. Il bilancio è aggravato da due palestinesi feriti.

Le forze israeliane hanno effettuato centinaia di arresti negli ultimi mesi, con il conteggio dei decessi in Cisgiordania salito a 42 negli ultimi dodici mesi.

Scontri Israele-Palestina, pronto un maxi racket a Gerusalemme Est

L’ennesimo spargimento di sangue tra Israele e Palestina giunge nel giorno in cui il primo ministro Benjamin Netanyahu ha promesso una risposta più incisiva per contrastare la serie di attacchi palestinesi a Gerusalemme e nella Cisgiordania occupata (che lui chiama ancora “Samara e Giudea”, ossia i nomi ebraici dell’area). Sullo storico leader del Paese premono diverse figure estremiste della maggioranza, che mettono in serio pericolo la stabilità di un’area dove nell’ultimo anno la violenza è particolarmente degenerata.

Scorrendo l’elenco cronologico a ritroso, due giorni fa un blitz alla periferia di Gerusalemme ha ucciso tre israeliani che si trovavano a bordo di un’auto, mentre due settimane fa un uomo armato palestinese ha ucciso sette persone fuori da una sinagoga.

Itamar Ben-Gvir, ministro della Sicurezza nazionale e uno dei membri che più ha manifestato odio verso i palestinesi, ha comunicato nella riunione di gabinetto odierna di aver intenzione di attuare una vasta campagna di controllo a Gerusalemme Est (area a maggioranza palestinese), che comprenderà misure di vario genere: dalla semplice multa alla confisca di beni e armi (e al conseguente arresto).

Sulla vicenda è intervenuto dall’Egitto, dove si trova in visita, anche il presidente palestinese Mahmoud Abbas, il quale continua a chiedere protezione e giustizia sia all’Onu che alla Corte penale internazionale, affinché classifichino i reati di Israele come “crimini contro l’umanità”.