Cessione crediti superbonus, altre sei Regioni pronte a comprare i crediti d’imposta dell’edilizia. Non si ferma la corsa degli enti locali agli acquisti dei crediti d’imposta dei bonus e del superbonus 110% in un’ottica di riapertura del mercato delle compravendite dei benefici fiscali legati agli interventi edilizi. Ultima in ordine di tempo a deliberare l’acquisto dei crediti d’imposta è stata la Regione Piemonte che ha assicurato compere per 50 milioni di euro ogni anno nella legge di Stabilità 2023. L’acquisto dei bonus da parte degli enti regionali permette alle banche di liberarsi dei crediti bloccati nei propri cassetti fiscali in modo da poter procedere ad altre acquisizioni dagli operatori del settore che, ad oggi, non sanno a chi vendere i propri vantaggi fiscali. A stretto giro, anche la Regione Basilicata è a buon punto per l’acquisizione dei crediti del superbonus 110%. Precedentemente, a fare da apripista in queste tipologie di operazioni era stata la Provincia di Treviso con acquisti pari a 14,5 milioni di euro da due istituti bancari locali, prima della Regione Sardegna che ha già deliberato, nella legge Finanziaria 2023, l’acquisto stimato di crediti per 40 o 50 milioni di euro a mese.

Cessione crediti superbonus, altre sei Regioni pronte a comprare i crediti d’imposta: ecco quali sono

Pronte a entrare nel mercato delle cessioni dei crediti d’imposta dei bonus edilizi e del superbonus 110% sarebbero, ancora, Lazio, Puglia, Umbria, Abruzzo, Veneto e Liguria. In particolare, la Regione Lazio e quella umbra sarebbero unite da un progetto di acquisizione dei bonus denominato “Superbonus Regioni” che consentirebbe l’acquisto dei crediti incagliati dalle banche in modo da liberare spazio fiscale per la ripresa delle contrattazioni. Abruzzo e Basilicata, inoltre, hanno chiesto dei chiarimenti e un confronto con il ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Giancarlo Giorgetti per definire il perimetro entro il quale potranno muoversi nelle operazioni e come regolamentare le compere dei bonus. La Regione Basilicata, nello specifico, sta programmando un’interlocuzione con il ministero dell’Economia. L’intenzione dell’ente di entrare in campo nel settore dei crediti d’imposta era stata già decisa nei giorni scorsi, quando la Regione aveva portato a conoscenza di essere in procinto di “raccogliere informazioni sull’ammontare dei crediti d’imposta giacenti preso il circuito bancario regionale”. Da una prima ricognizione, nella regione si contano 886 milioni di euro di interventi effettuati nell’anno 2022 in regime di solo superbonus 110%, con un ammontare di crediti d’imposta bloccati di circa 200 milioni. A tal proposito, la Basilicata sta valutando anche le normative approvate dalle altre Regioni che hanno già deliberato l’adesione al sistema dei crediti, in attesa del confronto con il ministero dell’Economia e delle Finanze fissato per la prossima settimana.

Bonus: situazione in Basilicata, Liguria e Veneto

A richiedere un coordinamento del ministero è stata anche Unimpresa che auspicherebbe delle norme comuni che disciplinino l’acquisto dei bonus da parte dei governi degli enti locali. Nella direzione di un coinvolgimento degli enti locali è anche la Confederazione Nazionale dell’artigianato e della Piccola e Media Impresa (Cna) che considera lo sblocco della cessione dei crediti derivanti dallo sconto in fattura di “massima urgenza”. “La situazione è da allarme rosso – si legge in una nota della Cna – Circa 8 miliardi di euro che ingolfano da troppo tempo i cassetti fiscali delle imprese. Quasi 40mila imprese della filiera con lo spettro del fallimento, 100mila cantieri a rischio blocco e un milione di cittadini nel caos”. Anche gli ultimi interventi del governo guidato da Giorgia Meloni, come il prestito ponte garantito da Sace contenuto nel decreto “Aiuti quater”, si stanno rivelando inutili ai fini dello sblocco del plafond delle banche e della ripartenza della compravendita dei bonus edilizi. “Cna rileva che alcune iniziative da parte di enti locali, impegnati ad acquistare crediti fiscali, sono certamente lodevoli e testimoniano la gravità della situazione ma non rappresentano la soluzione – si legge ancora nella nota – La dimensione del problema richiede quanto mai urgente l’intervento del Governo quale compratore dei crediti, o coinvolgendo Cassa Depositi e Prestiti attraverso la cartellarizzazione dei crediti. In questo modo – conclude – si può dare ossigeno a decine di migliaia di imprese della filiera e assicurare ai cittadini il completamento dei lavori avviati”. La stessa Cna ha invitato la Regione Veneto a deliberare per acquistare crediti d’imposta, come fatto già inizialmente dalla Provincia di Treviso. Infine, anche la Regione Liguria è pronta a scendere in campo. Il presidente Giovanni Toti ha espresso “l’intento a veder approntata, a breve termine, una bozza di disegno di legge da sottoporre all’approvazione della Giunta”. Ad oggi, “sono in corso tavoli tecnici, finalizzati ad esaminare i profili giuridici e contabili di queste operazioni”, fanno sapere dalla Regione.