Amanda Lear Dalì Gala menage a trois. Quando negli anni 60 Amanda Lear intraprese la carriera di modella, fece la conoscenza di uno dei massimi esponenti del surrealismo, l’eccentrico Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí i Domènech (1904-1989) che la elesse a sua musa prediletta. All’epoca si parlò di un vero e proprio ‘matrimonio spirituale’ tra i due, con la Lear che fece scandalo accompagnando il pittore e la moglie Elena Dmitrievna D’jakonova, meglio conosciuta come Gala.

Amanda Lear, Dalì, Gala: menage a trois artistico

Salvador Dalí, “L’enfant terrible” dell’arte, era pur sempre sposato, ma Amanda Lear ha accompagnato lui e sua moglie per circa sedici anni, trascorrendo ogni estate con loro. La moglie, Gala, era la migliore amica di Amanda. “Era molto più vecchia di Dalí, quindi non le interessava più di uscire con lui, se lo portava dietro da 50 anni. E il nostro era un ménage a trois. Salvador Dalì era innamorato spiritualmente di sua moglie Gala, ma amava anche me. Diceva che era pazzo del mio scheletro perché ero molto magra” ha dichiarato poi la Lear. Amanda entrò a far parte della coppia in modo naturale. Tra lei e Dalì c’erano quarant’anni di differenza, ma ciò non fermò la passione e l’ossessione artistica tra i due. “Il sesso nella nostra relazione a tre non c’entrava, il nostro era un rapporto si assoluta sintonia, amore spirituale e arte”.

Le spese di Dalì

La presenza costante al fianco di Dalì rende Amanda Lear un personaggio celebre. Ad accrescere la sua popolarità è poi l’alone ambiguo che la circonda e che lei stessa alimenta, giocando sul timbro maschile della voce e sull’aspetto androgino. Dalì l’adora e la chiama “il mio angelo”. “Non mi sono mai divertita così tanto con un uomo”, ha spiegato lei. “Salvador non era bello, non aveva un fisico atletico come i giovanotti con i quali uscirò poi ed era molto più anziano di me, ma con lui non mi sono annoiata un istante“. Intervistata un anno fa da Piero Chiambretti per CR4-La repubblica delle donne, Lear ha ricordato l’avarizia dell’artista: “Era tirchio, ma non sapeva niente di soldi. Mi ricordo che, in taxi, al momento di pagare la corsa non metteva gli occhiali perché era molto vanitoso, così tirava fuori dalla tasca dei biglietti da 100 dollari scambiandoli per banconote da un dollaro”. Quando Gala, che gestisce il suo patrimonio, lo viene a sapere s’infuria e incarica la giovane musa di gestire le spese quotidiane del marito.

La fine

La magia si conclude prima nel 1982, con la morte di Gala, e poi nel 1989 con la scomparsa di Dalì che, senza la moglie, si era chiuso in se stesso. Amanda era ormai una star, la sua hit del 1977 Tomorrow è stato un grande successo: ha imparato tutto e bene dal suo maestro, su come attirare l’attenzione della gente. Quattro anni prima della scomparsa di uno dei più grandi artisti del 900, Amanda Lear ha trovato anche il modo di rendere omaggio al suo mentore con un libro: “La mia vita con Dalì”. Che lui, entusiasta, approvò.