Nel pomeriggio di ieri si è alzato l’allarme per le vie di Milano dopo il corteo degli anarchici per mandare la solidarietà ad Alfredo Cospito trasferito in ospedale per delle complicanze fisiche. Gli anarchici – con i caschi – sono partiti da Porta Ticinese in un lungo corteo.
Nel frattempo la sorella ha così commentato il trasferimento in ospedale.
Manca il fiato, provo rabbia, paura, disperazione e impotenza.
11 denunciati dopo gli scontri con le forze dell’ordine
All’altezza dell’Università Bocconi, è stata distrutta la vetrata della banca Credit Agricole mentre decine di attività commerciali hanno chiuso le serrande per proteggersi dalla furia dei manifestanti. Durante la giornata di ieri inoltre, si erano aggravate le condizioni di Cospito – in sciopero della fame da oltre cento giorni. Il corteo si è concluso dopo alcune azioni di alleggerimento degli agenti di polizia: il bilancio è abbastanza grave. Si parla di 11 persone denunciate per vari reati relativi all’ordine pubblico e di 6 poliziotti feriti. Sono state quattro le cariche della polizia arrivate sul posto in tenuta antisommossa. Le forse dell’ordine, per evitare il proseguo dei manifestanti hanno schierato un lungo cordone di sicurezza all’altezza di Viale Sabotino per impedire al corteo di proseguire oltre. È qui che è partito lo scontro, con gli anarchici he hanno lanciato pietre, mattoni e petardi contro i poliziotti e vari fumogeni nei confronti dei giornalisti presenti. Nei momenti di alta tensione sono stati lanciati dei fumogeni nelle prime file, portando quest’ultimi a sfasciare vetrine, cestini della spazzatura e motorini e biciclette parcheggiate.
Cospito resta al 41 bis, ma è ricoverato in ospedale
Nel frattempo l’esponente anarchico Alfredo Cospito è stato trasferito con urgenza dal centro clinico del carcere di Opera al reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano e si ritrova rinchiuso in una delle camere riservata ai detenuti in 41 bis. È in sciopero della fame e secondo gli esami medici è a rischio di morte a causa di complicanze cardiache.