Prezzo cessione crediti superbonus: ecco a quanto stanno comprando i bonus oggi le banche. Il 110% è arrivato a essere scambiato all’82% del suo valore di credito. Una perdita del 28% che sta assottigliando la convenienza per gli operatori del settore nei riguardi della cessione dei propri crediti fiscali. Il prezzo di acquisto si riferisce alle cessioni dei bonus per le pratiche già avviate, ovvero per gli interventi che sono già cominciati. Nella situazione di difficoltà in cui versa il settore edilizio per via del blocco dei plafond di acquisto delle banche e degli intermediari finanziari, l’effetto dunque che si sta verificando è una continua discesa del prezzo del superbonus 110%, molto più alta rispetto a quella che, in media, si calcolava solo qualche mese fa.
Prezzo cessione crediti superbonus oggi: ecco a quanto vengono scambiati i bonus
Prezzo cessione crediti superbonus oggi, il superbonus 110% è arrivato dunque a essere scambiato all’82% del suo valore nella cessione dei crediti d’imposta. Ciò significa che la perdita di valore, rispetto al massimo ottenibile, è scesa di 28 punti percentuali. È vero che ciascuna banca o intermediario finanziario applica le proprie regole e i propri listini, ma la perdita è diventata evidente. Mediamente si può ancora trovare qualche banca che acquisti o venda al 90%, ma di media il prezzo va dall’82% all’85% dello stock. D’altra parte, ai contribuenti che non riescono a vendere i bonus derivanti da lavori che hanno fatto effettuare sui propri immobili, non resta che accettare la riduzione del valore pur di vendere. A incidere sul prezzo di cessione del superbonus 110% vi è sicuramente la situazione di mercato, nella quale le banche faticano ad acquistare crediti d’imposta essendone sature e senza possibilità di continuare a far circolare ulteriormente i bonus che hanno nel cassetto. Ma anche altri fattori hanno la loro incidenza: gli interventi da effettuare, ad esempio, e le comunicazioni all’Agenzia delle entrate per eventuali compensazioni. Oppure i tassi più alti, le pratiche burocratiche richieste per la cessione dei crediti, i controlli che la banca e gli intermediari effettuano per essere in linea con la normativa, sempre più gravosa in termini di adempimenti. Non da ultima, anche la remunerazione per il soggetto che diventa il quarto cessionario. Infatti, quest’ultimo, prima del decreto “Aiuti quater” era il soggetto – a regime controllato, quindi una banca o un intermediario finanziario – nei confronti del quale si chiudeva il cerchio delle cessioni dei crediti d’imposta. E, pertanto, va remunerato, con conseguente incidenza sul prezzo di acquisto dei bonus lungo la filiera.
Crescita tassi di sconto negli ultimi mesi per il blocco plafond delle banche
Il prezzo pari all’82% sul superbonus riguarda le pratiche già acquisite, risultando ancora di più difficile collocazione i crediti relativi a interventi che devono essere avviati. Per i soggetti privati, in particolare, la crescita del prezzo applicato alla cessione dei crediti del superbonus può rappresentare davvero troppo elevata. L’indagine che a settembre dell’anno scorso venne presentata alla Camera dei deputati sui crediti d’imposta, già metteva in guardia sugli aumenti dei tassi di sconto applicati alle varie tipologie di bonus edilizi. Un trend, quindi, che va a penalizzare i consumatori, in questo caso le famiglie e i condomini che fanno fare i lavori sapendo di poter contare sugli incentivi dei bonus edilizi e del superbonus. Nella relazione, i tassi di sconto più elevati applicati dalle banche sulla cessione dei crediti risultavano proprio quelli del superbonus 110%. Si era passati, infatti, da un valore medio del 7,43% rilevato nel 2020 all’8,85% certificato nel 2022. Valori che oggi sembrerebbero un affare se confrontati con i prezzi che stanno circolando negli ultimi mesi, periodo nel quale la forbice è cresciuta per arrivare addirittura al 28% nel caso del superbonus scambiato all’82%.