Cospito trasferito in ospedale, ecco come sta e quali sono le sue condizioni di salute, mentre a Milano si susseguono gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. È notizia di poco fa il trasferimento di Alfredo Cospito, il detenuto anarchico sottoposto al regime di 41 bis nel carcere di Opera, in ospedale. Attualmente, il 55enne si troverebbe presso il reparto di Medicina Penitenziaria dell’Ospedale San Paolo di Milano. Da quanto si è appreso finora, Alfredo Cospito è stato trasferito date le sue precarie condizioni di salute. Il detenuto, infatti, non mangia da 115 giorni, alimentandosi di sola acqua, sale e zucchero. Proprio poche ore fa, il medico di parte, Andrea Crosignani, aveva riferito al legale di Cospito, Flavio Rossi Albertini, che l’anarchico peserebbe 71 chilogrammi e che sarebbe a rischio di edema celebrale e aritmie cardiache che potrebbero portare potenzialmente alla morte. Intanto, si susseguono gli scontri a Milano tra i manifestanti e le forze dell’ordine durante il corteo, non autorizzato, in programma dal pomeriggio di oggi e con partenza da piazza XXIV Maggio.

Alfredo Cospito trasferito ospedale, come sta e condizioni di salute

Alfredo Cospito è stato trasferito poco fa dal carcere di Opera al reparto di Medicina Penitenziaria dell’Ospedale San Paolo di Milano. Da quanto si apprende dalle prime notizie che arrivano, il detenuto in regime di 41 bis rifiuta anche gli integratori, dopo che da circa quattro mesi va avanti con acqua, zucchero e sale. Per questo motivo, le autorità avrebbero optato per il trasferimento in ospedale dati i rischi ai quali sta andando incontro il detenuto di 55 anni, dovuti al perdurare dello sciopero della fame. Oltre al cibo, dunque, Alfredo Cospito è rimasto fermo sulla sua decisione di rifiutare anche gli integratori. Proprio nella giornata di oggi, il medico di parte dell’anarchico aveva riferito al legale Flavio Rossi Albertini che, durante la visita in carcere, aveva trovato il detenuto in calo di peso (71 chilogrammi), indice di rischio di edema celebrale e aritmie cardiache che potenzialmente potrebbero portare alla morte dell’anarchico. Il medico aveva aggiunto anche che Alfredo Cospito “è determinato ad andare avanti con la protesta. È lucido e cammina sulle proprie gambe”. “I parametri tengono – ha specificato il medico – ma basta poco perché la situazione precipiti senza dei segni particolari di allarme preventivo”. Infine, il medico ha detto inoltre: “Ho preso visione della cartella clinica, la situazione da un punto di vista fisico è di importante debilitazione ma è presente a se stesso, lucido e determinato ad andare avanti nella sua protesta. Anche se ho cercato di convincerlo a riprendere il potassio per ridurre il rischio di queste aritmie”. Andrea Crosignani ha aggiunto ancora: “In questi casi la situazione precipita senza che ci siano dei segni particolari di allarme. Ho parlato con la cardiologa che mi ha segnalato un possibile rischio di aritmie fatali”.

Scontri a Milano tra anarchici e forze dell’ordine, ministero Giustizia: ‘Salute detenuto priorità assoluta’

Intanto continuano gli scontri a Milano tra manifestanti anarchici e le forze dell’ordine nel corso del corteo organizzato per il pomeriggio di oggi, 11 febbraio. Sono state non meno di quattro le cariche della polizia contro il corteo per impedire che i manifestanti, partiti da piazza XXIV Maggio, raggiungessero viale Sabotino. Gli anarchici hanno lanciato contro le forze dell’ordine mattoni, pietre, petardi e cocci di vetro. Nei momenti in cui gli scontri si sono fatti più pesanti, gli agenti hanno lanciato due lacrimogeni all’indirizzo delle prime file della manifestazione. Si contano già danni a bidoni della spazzatura, vetrine, motorini, biciclette, ma anche a tavolini e piante dei locali. In questo momento, il corteo starebbe tornando indietro verso piazza XXIV Maggio, il luogo dal quale era partito intorno alle 17:00. Nel frattempo, il trasferimento in ospedale di Alfredo Cospito è stato confermato dal ministero della Giustizia mediante una nota. Nel testo il dicastero di Viale Arenula scrive che “la salute di ogni detenuto costituisce priorità assoluta”.