Monologo Chiara Francini Selvaggia Lucarelli non manca di dare il suo punto di vista sui social. L’intenso monologo di Chiara Francini durante il terzo appuntamento con il festival di Sanremo 2023 ha parlato ancora una volta di un tema che riguarda le donne. Il focus incentrato sulla pressione sociale riguardo la maternità, il desiderio di essere madri e quello di non esserlo. Erano però quasi le due di notte quando è arrivato spazio per il suo discorso e sono stati scritti diversi commenti e polemiche da parte degli spettatori al riguardo.

Pare che per le parole e la presenza sul palco per Chiara Francini ci sia stato meno tempo a disposizione, rispetto alle colleghe delle serate precedenti.

A dire la sua in merito a questo argomento è stata proprio Selvaggia Lucarelli che ha dedicato a Chiara Francini un post sul suo account Instagram (tratto da un suo articolo più lungo sul Fatto Quotidiano), nel quale si evidenzia lo scopo profondo del monologo della Francini e l’ingiustizia per chi le ha fatto recitare un pezzo tanto importante contro la società e i modelli che ancora gravano sulle spalle delle donne alle due di notte.

Monologo Chiara Francini Selvaggia Lucarelli: la critica a Sanremo

Selvaggia Lucarelli commenta con fastidio il fatto che Chiara Francini si sia dovuta esibire sul palco così tardi, alle due di notte, mentre c’è stata decisamente più attenzione per i monologhi delle altre ospiti. Riportiamo le parole del suo articolo:

Da scaletta doveva arrivare a mezzanotte e trentanove e invece il monologo di Chiara Francini ha avuto il suo spazietto misero per panettieri, insonni e netturbini che erano quasi le due di notte. […] E non conta il fatto che Chiara Francini sia una professionista, anzi. Quello casomai era un elemento di disturbo. Perché diciamolo: se una donna là sopra, su quel palco per maschi, è un po’ impacciata, fuori posto, legnosa e goffa, la grande macchina è più contenta. Se una donna fa un altro mestiere e arriva lì, tra maschi professionisti, prestata a una professione non sua, la grande macchina è più contenta. […] Insomma, Chiara Francini, che piaccia o meno quello che ha portato sul palco (a me il mondo signorina Coriandoli non fa impazzire, ma poco importa), era lì a fare il suo mestiere e siccome era un addestratore pure lei, non la scimmia, il suo tempo è stato misero e risicato.”
Ad essere lodato, poi, è il contenuto del suo monologo e la capacità di trattare un tema tanto delicato come quello della maternità e delle aspettative che gravano sulle spalle delle donne: “Se a questo si aggiunge che non ha portato il discorsetto retorico da applausi facili ma un monologo teatrale anti mamme- pancine, non la foto dei figlioletti ma una carrozzina vuota, non “sono una brava mamma” ma “sono una madre di me**a prima ancora di esserlo”, beh, Chiara Francini su quel palco era quasi un fastidio.

Con un governo che ci dice che dobbiamo figliare, poi, altrimenti tra un po’ ci chiameremo tutti Mohamed, non ne parliamo proprio.

E ha detto un’altra cosa coraggiosa Chiara Francini, coraggiosa per questo tempo strano in cui la parola “odio” è così inflazionata da aver perso di significato. Non si è giocata la carta facile “amiamoci, basta odio, gli hater, siamo tutti più buoni”. Ha detto che l’odio, quello nei confronti del sistema e non delle persone, è necessario.

Ha detto al figlio-non-nato: “Per favore vienimi su brillante, con la battuta pronta. Odia, odia, odia ciò che si deve odiare, il male, l’ingiustizia, perché è con quell’odio che si fa tutto. Non è vero che si fa con l’amore. Sì, con l’amore si fanno delle cose, ma il grosso si fa con quell’odio lì. Profondo, viscerale, instancabile”. Ha ricordato che l’odio, quando difende il giusto, è passione.”

Emerge, dunque, con forza l’importanza di un odio che diventa passione, secondo la Lucarelli, la passione per opporsi ad un sistema, che vorrebbe recludere le donne ad alcuni ruoli tradizionali, dai quali ancora è difficile divincolarsi.

Chiara Francini risponde e ringrazia Selvaggia

Risponde a Selvaggia Lucarelli Chiara Francini su Instagram, con un commento che fa comprendere quanto abbia apprezzato le parole positive della Lucarelli sul suo monologo: “Grazie Selvaggia, il cuore del mio monologo è quello che hai sentito”.

E’ proprio quello ribadito con forza dalla Lucarelli nel suo articolo, dunque, il significato profondo del monologo di Chiara Francini, che getta uno sguardo sulla maternità “forzata” che la società tende ad imporre alle donne.

L’appello di Selvaggia

Alla fine del suo articolo, Selvaggia Lucarelli ribadisce l’importanza di ribellarsi al sistema e odiarlo, proprio come Chiara Francini ha recitato nel suo monologo, nel momento in cui si rivolge al figlio che non c’è:

“Certo, Chiara Francini ha avuto spazio comunque sul palco di Sanremo, mi direte voi. E qui sta la fregatura interiorizzata: ritenerla una concessione dall’alto a cui dobbiamo gratitudine è un po’ come dire che Egonu non può lamentarsi del razzismo, con tutto quello che noi italiani le abbiamo dato. Dobbiamo smetterla di accontentarci. Dobbiamo ODIARE di più e con forza il sistema che ci chiede di farlo. “