Il 90% di aiuti per il terremoto sono arrivati solo alla Turchia, noi chiediamo che venga tolto l’embargo e il blocco dei confini dalla Siria. Il primo aiuto dall’Onu è riuscito ad arrivare in Siria solo giovedì”, così il prof. Foad Aodi, presidente dell’associazione Medici Stranieri d’Italia durante la trasmissione “Dritti al punto” di Cusano Italia Tv condotta da Roberta Feliziani

Aodi, (Medici stranieri d’Italia): “Non terremoto di serie A e di serie B, stop all’embargo alla Siria per mandare aiuti”

Il bilancio dei terremoti che hanno devastato parti della Turchia e della Siria è salito ad almeno 24.218 morti. In Siria le vittime sono almeno 3.553.

“Gli aiuti alla Siria arrivano per lo più da Algeria, Iraq, Russia e Cina – spiega Aodi – questa è un’occasione per l’Occidente e per l’Usa di dimostrare solidarietà senza distinzioni. Non si può mandare tutto in Turchia. Noi combattiamo da anni contro queste ingiustizie. Noi stiamo ricevendo tante telefonate dal popolo italiano e europeo che vogliono aiutare la Siria e che reputano ingiusto il blocco politico che oscura la solidarietà. Non c’è una solidarietà di serie B. Non ci sono terremoti di serie A e terremoti di serie B.

In risposta al terremoto dello scorso 6 febbraio in Turchia e Siria, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale continua a inviare aiuti nelle aree terremotate. Due C-130 dell’Aeronautica Militare sono decollati oggi – a distanza di un’ora l’uno dall’altro – dall’aeroporto di Pisa con un nuovo carico di uomini e mezzi.  Diretti a Beirut saranno poi trasferiti in Siria.

“Dobbiamo essere umani, dobbiamo aiutare tutti senza distinzioni. La Siria già soffre e ha bisogno di un sostegno psicologico. CI sono tanti psicologi che stanno sostenendo la popolazione ma manca tutto: cibo, coperte, ospedali. Stanno arrivando tanti aiuti dai Paesi Arabi, come ospedali mobili. C’è una guerra mondiale tattica tra America e Russia. Il mio appello all’America e a tutti i Paesi europei è: lasciamo la politica fuori perché serve solidarietà e dimostrare ai Paesi arabi l’aiuto concreto. No proclami e post su facebook. Serve la concretezza e non solo affermazioni politiche di solidarietà a cui non fanno seguito aiuti veri”, conclude il presidente AMSI.