Tiziana Morandi andrà a direttamente a processo senza alcuna perizia psichiatrica: così ha deciso Gianluca Tenchio, giudice del Tribunale di Monza che segue il caso, durante l’udienza preliminare avvenuta venerdì mattina.

Rifiutata dunque la richiesta avanzata dall’avvocato difensore Alessia Pontenani, su cui i pm titolari Carlo Cinque e Giovanni Santini si erano unanimemente opposti.

La 47enne di Roncello sarà dunque giudicata da un collegio il prossimo aprile e rimarrà nel Carcere di San Vittore fino a tale data. Su di lei pendono accuse in merito a 20 reati complessivi: su tutti spiccano rapina, lesioni, furto e detenzione illegale di stupefacenti. La donna, conosciuta con il soprannome di “mantide della Brianza” avrebbe drogato e derubato circa una decina di uomini.

Caso Tiziana Morandi, ad aprile il verdetto

Si profilano dunque tempi bui per Tiziana Morandi, nonostante lei abbia sempre cercato di divincolarsi dai tentacoli della giustizia.

Ma ricostruiamo con ordine gli avvenimenti. Tutto inizia nell’agosto 2021, quando i Carabinieri di Bellusco ricevono una denuncia di un 83enne trovato dal figlio in casa in stato di incoscienza. Le analisi del sangue riveleranno tracce consistenti di benzodiazepine. Da qui, in un meccanismo a catena, emergono altre testimonianze in cui compare sempre lo stesso modus operandi: in totale 10, con vittime di età compresa tra 27 e 83 anni. Gli agenti identificano così la donna e la arrestano un anno dopo, a luglio 2022.

La donna ha sempre chiesto di essere processata con rito abbreviato, nella speranza (ormai vana) di ottenere un significativo sconto di pena in caso di condanna. Lei stessa ha presentato di suo pugno parecchie memorie difensive, in cui ha sostenuto di aver fatto esclusivamente dei massaggi rilassanti, e ha fatto la spola tra le celle e gli ospedali per motivi di salute: pare infatti che durante i primi mesi della sua detenzione sia fortemente dimagrita. Le condizioni di salute sono spesso state il finto movente per adescare alcune delle vittime, non a caso sono stati sequestrati nella sua abitazione certificati medici fasulli.

La decisione di accelerare i tempi deriva dal fatto che al momento l’unica parte civile che ha deciso di costituirsi è un 28enne di Trezzo sull’Adda, rappresentato dall’avvocata Barbara Giulivi.