Salta l’intesa tra Ita Airways e sindacati che hanno indetto uno sciopero di quattro ore – dalle 10 alle 14 – del personale di terra e assistenti di volo il 28 febbraio a sostegno degli incrementi retributivi e per adeguare le buste paga dei dipendenti, fissate ai livelli di una start up, a quelle del contratto nazionale collettivo del trasporto aereo. Quando sembrava praticamente fatta alla fine c’è stata la clamorosa marcia indietro: al ministero del lavoro, durante la conclusione della procedura di raffreddamento, si è consumata la rottura tra le parti nonostante nelle lunghe trattative azienda e sindacati avevano raggiunto un preaccordo sugli incrementi retributivi. Cerchiamo di capire nello specifico cosa è accaduto.
Salta l’accordo tra Ita Airways e sindacati. Proclamato uno sciopero di 4 ore il 28 febbraio
Il momento è delicato e l’agitazione indetta dai sindacati cade proprio mentre le trattative in esclusiva con Lufthansa sono in uno stato avanzato, con la compagnia tedesca intenzionata ad acquisire il 40 percento di Ita Airways per poi, in futuro, controllare anche le restanti quote ora possedute dal Mef. Nello scenario attuale, Ita Airways ha posto come condizione che gli aumenti retributivi, comportando un incremento del costo del lavoro, fossero condivisi dal nuovo socio con cui dovrà essere elaborato il nuovo business plan. I rappresentanti dell’azienda hanno anche detto di voler informare il Cda della modifica degli assetti contrattuali vigenti, definiti con l’accordo del 2 dicembre 2021. La riunione del Cda dovrebbe tenersi a metà della prossima settimana ma, sindacati e associazioni professionali, volevano lasciare il ministero del lavoro con un’intesa chiusa e pienamente esigibile, come condizione per rinunciare alla proclamazione dello sciopero. Così non è stato e in una nota congiunta Filt, Fit, Uiltrasporti, Ugl TA, Anpac, Anpav, Anp Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl e Anpac, Anpav e Anp denunciano la “clamorosa marcia indietro di Ita Airways al tavolo ministeriale che doveva sancire la chiusura positiva del confronto sulle retribuzioni dei dipendenti della società. Disconoscendo quanto negoziato positivamente nella serata di ieri l’azienda ha comunicato l’indisponibilità a sottoscrivere l’accordo e la convocazione di un Consiglio di amministrazione per la prossima settimana”. Non solo: le organizzazioni sindacali e le associazioni professionali nel “prendere atto con estremo rammarico del repentino e non previsto voltafaccia aziendale” ritengono “urgente un intervento immediato dell’ azionista di Ita Airways, il Mef, per fare chiarezza all’interno del Consiglio di amministrazione della società”, si legge nel comunicato. Da parte sua, Ita ha spiegato ai sindacati di non essere “nelle condizioni di firmare l’accordo maturato solo nelle ultime ore”. E l’azienda, al fine di “poter procedere alla firma dell’accordo”, ha convocato “un cda straordinario per l’inizio della prossima settimana”. E “per tale ragione chiediamo una nuova convocazione in data successiva alla fissazione del cda”, conclude. Lo sciopero del 28 febbraio del personale di Ita Airways intanto sarà di quattro ore: dalle 10 alle 14.
Cosa prevedeva il pre accordo fallito
Parlando di numeri, il mancato accordo prevedeva per i piloti un incremento medio del 38 percento sui minimi tabellari, mentre per gli assistenti di volo l’adeguamento medio sarà del 23 percento. Gli aumenti avranno decorrenza dopo 15 mesi dall’assunzione, a partire dal 2 dicembre 2021 (quando è stato raggiunto con i sindacati l’accordo sul nuovo assetto retributivo, fissato al livello di una start up) per chi è stato assunto tra ottobre e dicembre 2021: l’adeguamento in busta paga, in questo caso, scatterà a partire dalla mensilità di aprile. Chi, invece è stato assunto a gennaio avrebbe gli aumenti a partire da maggio, e così via. È previsto anche un incremento della diaria sui voli internazionali da 46 a 51 euro. Per il personale di terra l’adeguamento retributivo corrisponderebbe ad un aumento del 15 percento dei minimi tabellari in due tranche e si prevedono 458 euro da destinare al welfare aziendale.