L’aggiornamento più crudele sul terremoto che ha travolto il confine tra Turchia e Siria è quello legato al numero delle vittime: 24.208 quello pubblicato allo scoccare della mezzanotte sulla base dei dati forniti dalle rispettive autorità governative.
L’Autorità per la gestione dei disastri e delle emergenze del Paese, il corrispettivo turco della Protezione Civile, fissa a 20.665 il numero di vittime nei confini di Ankara, a cui si aggiungono le 3.553 di Damasco. I soccorsi continuano in condizioni di gelo, mentre ogni giorno che passa si affievoliscono le speranze di trovare altri sopravvissuti.
Il numero di sfollati è di circa 93mila unità, circa la metà della forza lavoro impegnata nelle operazioni di salvataggio (166mila).
Il governo da me presieduto non è stato in grado di raggiungere e aiutare le vittime con la rapidità che avremmo voluto
Recep Tayyip Erdogan, presidente Turchia
Terremoto in Turchia, situazione delicata nel nord della Siria
Terremoto in Turchia e Siria, ultime notizie.
L’Adaf riferisce che dal violento sisma dello scorso lunedì “ci sono state 1.891 scosse di assestamento“: un dato semplicemente impressionante.
I soccorritori intanto proseguono nel loro operato e la solerzia con cui agiscono costituisce l’ultimo barlume di speranza a cui aggrapparsi. Ci sono persone che sono state estratte vive dopo essere rimaste intrappolate per giorni interi, anche per loro la fine di un incubo sebbene la realtà sia amara da accettare e sia complicato immaginare un nuovo inizio. Tra di loro c’è anche un neonato di pochi giorni, il cui corpo è stato estratto nella città di Samandağ, mentre a Kırıkhan i soccorritori tedeschi hanno estratto viva dalle macerie una 40enne.
Ma l’emergenza non si arresta e procede anche in merito alla sicurezza alimentare: secondo il report delle Nazioni Unite, circa 1 milione di persone è in condizioni di estrema povertà e rischia di morire denutrita. Per le popolazioni coinvolte, sia turche che siriane, il terremoto rappresenta un fardello pesantissimo per un territorio già sottosviluppato. Inoltre, dentro i confini di Damasco, la guerra civile non promette alcuna tregua nonostante la tragedia umana appena vissuta: le milizie che controllano soprattutto il nord, attorno ad Aleppo, stanno “bloccando” gli aiuti umanitari destinati a parecchi milioni di civili. Ma l’Onu pretende una dichiarazione congiunta di sospensione delle ostilità tra i ribelli e il governo centrale di Damasco.
L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni si è prontamente attivata, trasportando all’interno di una dozzina di camion stufe, tende, coperte e altre forniture di cui c’era disperato bisogno
Di tutto ciò resterà il ricordo di un periodo buio e nero, il cui dolore sarà celato dentro le fotografie simbolo di questa tragedia: una in particolare ritrae un padre mentre allunga la mano tra le macerie, sfiorando un’altra mano dai contorni più soffici. E’ quella della figlia 15enne, che purtroppo non è sopravvissuta.
Tajani annuncia: “Ritrovati i corpi della famiglia italiana”
In mattinata è arrivato anche il triste tweet da parte del ministro degli Esteri Antonio Tajani, il quale ha confermato che la famiglia italiana di origine siriana purtroppo non ce l’ha fatta:
Purtroppo sono stati ritrovati senza vita, ad Antiochia, i corpi della famiglia italiana di origine siriana. Tutta la mia vicinanza ai familiari ai quali non mancherà il nostro sostegno.