Guerra in Ucraina, le notizie del giorno 353.
Sul versante bellico la controffensiva russa assume sempre più intensità con il passare dei giorni: l’obiettivo è cercare di conquistare il Donbass quanto più rapidamente possibile. Gli ultimi aggiornamenti parlando di scontri tra milizie nei villaggi di Tokarevka e Yantarnoye. Altrove nel resto dell’Ucraina coinvolti anche altri 7 oblast, in cui risuonano gli allarmi antiaerei: Kiev, Kharkiv, Dnipropetrovsk, Mykolaiv, Kherson, Zaporizhzhia e Odessa.
Inoltre, il governatore Sergei Lysak parla di tre attacchi con droni a strutture energetiche nella regione di Dnipropetrovsk, da lui amministrata: coinvolti il distretto di Krivi Rog e Nikopol. L’Aeronautica militare ucraina comunica poi nel consueto report di riassunto che “venti droni kamikaze Shahed 136/131 di fabbricazione iraniana sono stati distrutti in diverse regioni dell’Ucraina tra le 18.00 e le 23.55 del 10 febbraio”, comprendendo soprattutto l’area sud del Mar d’Azov.
Guerra in Ucraina, shock politico in Moldavia
Guerra in Ucraina, gli aggiornamenti sul fronte Esteri.
Situazione abbastanza critica in Moldavia, dove ieri ha annunciato le dimissioni la presidente Maia Sandu: Chisinau sarebbe infatti preoccupata dopo che un missile russo ha sorvolato lo spazio aereo del Paese, dichiaratamente neutrale nel conflitto. Il passo indietro di Maia Sandu è emblematico e preannuncia un rafforzamento delle difese militari del piccolo stato balcanico.
Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il suo omologo brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva hanno pubblicato ieri sera un comunicato congiunto in cui si richede una “pace giusta e duratura in Ucraina“, esprimendo inoltre il loro sostegno a un accordo sul grano “pienamente funzionante”, con l’obiettivo di scongiurare un aggravio della sicurezza alimentare nel mondo.
Il capo del Ministero della Difesa slovacco, Jaroslav Nagy, si è offerto di consegnare all’Ucraina dei jet da combattimento: stando alle sue parole, i caccia MiG-29 sarebbero inutilizzati e potrebbero essere consegnati a Kiev.
C’è poi la questione relativa al presunto sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, avvenuto lo scorso settembre, su cui la Russia continua a indagare sottotraccia. Secondo i dati custoditi nell’archivio di Flightradar24, popolare servizio sulle rotte aeree di proprietà svedese, gli aerei navali statunitensi e tedeschi hanno sorvolato il gasdotto nel giugno 2022, tre mesi prima delle esplosioni del Nord Stream, durante l’esercitazione Baltops-22, ha riferito RIA Novosti. Più precisamente, dall’8 al 16 giugno gli aerei P-3 Orion e P-8 Poseidon hanno sorvolato a bassa quota i siti delle future esplosioni, ha specificato l’agenzia
Infine, è tornato a parlare anche Aleksandar Vucic, presidente serbo. La sua previsione è particolarmente pessimistica e ritiene che ci sarà un’escalation del conflitto in Ucraina nei prossimi cinque o sei mesi. Durante un’intervista a un emittente locale, il leader di Belgrado ha parlato di “crisi mondiale più profonda dopo il 1945”.
Bombardamenti anche in territorio russo
Chiudiamo la rassegna con un paio di aggiornamenti lato Russia.
Il governatore della regione di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, ha parlato dell’attacco di un drone a un’infrastruttura nel distretto urbano di Yakovlevsky. Nessun danno o ferito secondo le sue fonti, tuttavia è evidente che le regioni russe confinanti con l’Ucraina, specialmente quelle a nord come Kursk e la stessa Belgorod, sono particolarmente sensibili alle conseguenze del conflitto, molto più di altri territori di confine.
Da segnalare anche un’intervista del viceministro degli Esteri russo Sergei Vershinin, il quale ha ribadito la volontà di aprire i negoziati con l’Ucraina ma senza alcun compromesso iniziale. Insomma, nulla di nuovo sotto questo aspetto: dichiarazioni che poi però non trovano applicazione concreta nei fatti.