Morta dopo aver mangiato sushi in un ristorante giapponese. È la tragica vicenda che ha coinvolto una 40enne di origini di Napoli, spentasi a causa di un arresto cardiocircolatorio nel pomeriggio del 9 febbraio scorso dopo aver pranzato con la famiglia in un locale all you can eat della periferia occidentale della città. Sul caso la Procura di Napoli ha aperto un’inchiesta. Qualche mese fa, a novembre, era stato un ragazzo di 15 anni a morire dopo aver mangiato sushi, dopo aver contratto la salmonella.
Napoli muore dopo sushi una 40enne: aperta un’inchiesta
La Procura di Napoli ha aperto un’inchiesta sul decesso della 40enne napoletana morta dopo aver mangiato sushi in un ristorante giapponese insieme alla sua famiglia. Secondo quanto emerso finora, sembra che la donna si fosse recata nel locale, nella periferia occidentale di Napoli, per pranzo e che, subito dopo, una volta rientrata nella sua abitazione, a Soccavo, si sarebbe sentita male: alle gravi crisi di vomito avrebbe fatto seguito un arresto cardiocircolatorio e, nonostante i tentativi dei sanitari del 118, la donna sarebbe morta, intorno alle 16 del pomeriggio. Sul corpo, trasportato al Policlinico Federico II, sarà disposta l’autopsia, che permetterà al medico legale di accertare quanto accaduto. Parallelamente, in seguito alla denuncia sporta dai familiari, i carabinieri del Nas hanno effettuato un’ispezione igienico-sanitaria nell’attività commerciale coinvolta, prelevando dei campioni che dovranno ora essere analizzati. Si tratterebbe di accertamenti da prassi, svolti per non tralasciare nessun aspetto, nonostante al momento non risultino altre intossicazioni o malori tra i commensali del ristorante e le persone che erano in compagnia della donna. Fino a prova contraria, dunque, il suo decesso potrebbe anche non essere collegato al sushi. Saranno gli inquirenti a cercare di fare luce sulla vicenda.
Qualche mese fa, lo scorso novembre, una vicenda simile aveva riguardato un ragazzo di 15 anni originario del Vomero. Luca Piscopo, questo era il suo nome, era morto a causa di un’infezione dovuta al batterio della salmonella, contratto dopo aver mangiato sushi all you can eat in un ristorante della zona insieme a due sue amiche. In quel caso, l’attività commerciale coinvolta era stata posta sotto sequestro poiché, nel corso di alcune perquisizioni effettuate dagli inquirenti, erano stati rinvenuti cibi privi di tracciabilità e in cattivo stato di conservazione. Dall’autopsia effettuata sul corpo del giovane era emerso che il decesso era stato provocato da una miocardite legata alla salmonellosi, “una severa malattia infiammatoria del muscolo cardiaco – si spiegava nella relazione – miocardite a genesi batterica, da salmonella, contratta a seguito di tossinfezione alimentare”. Anche le amiche del ragazzo erano state male, dopo il pranzo; un pranzo che a Luca era costato la vita.
Ragazza muore dopo aver mangiato tiramisù a Milano
Risale agli scorsi giorni, invece, il caso della 20enne di origini milanesi morta dopo aver mangiato in un ristorante. La ragazza, secondo quanto si apprende, era allergica, fin dalla nascita, alle proteine del latte: per questo, al momento del dolce, aveva optato per un tiramisù dichiarato vegano. “Era sempre attentissima – ha raccontato il suo ragazzo -. Ha guardato l’etichetta ma, non convinta, ha chiesto ulteriori accertamenti al personale del ristorante sull’assenza di tracce di latte”. Una volta ricevuto l’ok, avrebbe quindi consumato il dolce, che però le avrebbe provocato un grave shock anafilattico, causandole la morte. Nell’indagine aperta dalla Procura risultano quattro, al momento, gli indagati, tutti appartenenti all’azienda di Assago che produce i vasetti di “Tiramisun” venduti anche dal fast food milanese e ora ritirati. Il dolce sarebbe stato contaminato perché, all’interno dello stabilimento, nonostante non sia riportato sull’etichetta, sarebbero effettuate anche delle lavorazioni a base di latte. I reati contestati sono quelli di omicidio colposo, frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine. Si attendono, comunque, gli esiti dell’esame autoptico disposto sul corpo della vittima.