Texas pillola anti-abortiva, tutto bloccato nuovamente in tutto il paese. E ormai la polemica è aperta. È scontro tra attorney general democratici e repubblicani. I rappresentanti progressisti della Giustizia di ventidue stati hanno dichiarato guerra alla corte distrettuale del nord del Texas che ha chiesto la messa al bando, in tutti gli Stati Uniti, della pillola abortiva Ru-486. Il provvedimento, si legge nella richiesta, dovrebbe valere anche in quegli Stati dove l’aborto è legale.
“Bloccare l’accesso a una terapia sicura – ha dichiarato l’attorney general di New York, Letitia James – è un pericoloso attacco alla libertà riproduttiva e alla salute pubblica”.
“Decine di ricerche mediche e ospedaliere – ha aggiunto – hanno provato che la pillola è sicura”. Ma contrari a questa posizione sono altrettanti attorney general repubblicani, ventidue in tutto, che accusano l’amministrazione Biden di aver reso troppo facile l’accesso al farmaco, che va somministrato nei primissimi mesi della gravidanza.
Texas pillola anti-abortiva. E’ guerra aperta
“La Food and Drug Administration – ha scritto l’attorney general del Mississippi, Lynn Fitch, a nome dei ventidue rappresentanti repubblicani – e l’amministrazione non hanno intenzione di rispettare la Costituzione, la Corte suprema o il processo democratico, quando in ballo è l’aborto”.
Secondo l’agenzia federale del farmaco, il mifepristone, noto anche come Ru-486, dalle iniziali dell’azienda produttrice, la Roussel Uclaf, è “sicuro e efficace” se usato fino alla decima settimana di gravidanza. Il farmaco era già venduto legalmente in Europa e in Cina prima di diventare disponibile negli Stati Uniti.
Se il giudice dovesse revocare l’accesso al mifepristone, le cliniche e i medici abortisti probabilmente passeranno a prescrivere il misoprostol.
In genere questo farmaco viene usato nei casi di ulcere allo stomaco, nei casi di aborto spontaneo e per indurre il travaglio di parto. Può portare all’aborto anche se appare meno efficace del mifepristone