Incidente per Alberto Zaccheroni che è caduto nella sua abitazione in serata ed è stato trasportato in ambulanza all’Ospedale Maurizio Bufalini di Cesena dove è stato ricoverato in rianimazione con prognosi riservata. L’ex tecnico Campione d’Italia sulla panchina del Milan nel 1999 è stato trovato steso a terra privo di sensi dalla moglie Franca e la nuora Lara, non è ancora chiaro il motivo della caduta. Gli esami tomografici che sono stati fatti in serata al trauma center dell’ospedale Bufalini hanno dipinto un quadro serio della situazione con l’allenatore che è comunque rimasto vigile.
Negli ultimi anni la vita di Zaccheroni è sempre stata a stretto contatto con gli amici di Cesenatico e quelli degli ambienti calcistici, che incontra soprattutto al Bagno Marè, lo stabilimento balneare gestito dal figlio Luca. Nel gennaio di due anni fail tecnico è rimasto segnato dalla scomparsa di William Rossi, a Cesenatico conosciuto con il nome di Paolo e con il soprannome di Blek, morto per il Covid. Nonostante avesse 80 anni, era tra i motori del Bagno Marè ed era il migliore amico di Zaccheroni.
Incidente per Alberto Zaccheroni. La carriera
La carriera di calciatore fu breve a causa di una malattia polmonare contratta nel 1970 che gli impedisce di allenarsi e di giocare per due anni. Vive le prime esperienze da allenatore con le squadre giovanili del Cesenatico. Nel febbraio 1984 subentra a Giancarlo Magrini sulla panchina della prima squadra in Serie C2: ottiene 6 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte che valgono un’insperata salvezza. Stessa storia si ripete anche la stagione successiva. Fa il salto fra i grandi con il Riccione con cui vince il campionato interregionale, poi il San Lazzaro e il Baracca Lugo.
Dopo le esperienze con Venezia e Bologna, è protagonista di un campionato cadetto con il Cosenza nella stagione 1994-1995, dove nonostante una penalizzazione di 9 punti salva la squadra rossoblù con largo anticipo, arrivando a toccare in primavera le soglie della zona promozione. Una stagione che ricorda sempre come il più difficile della sua vita.
Nel 1995 passa all’Udinese che lo ingaggia facendolo approdare in Serie A. Con questa squadra Zaccheroni utilizza il modulo 3-4-3 con cui raccoglie grandi soddisfazioni. Comincia con un decimo posto, al secondo anno arriva quinti portando per la prima volta la squadra friulana in Coppa UEFA e successivamente al terzo posto, alle spalle di Juventus e Inter.
La qualificazione in Coppa UEFA ottenuta coi friulani gli vale la chiamata del Milan con cui centra nel 1998-1999, anno del centenario della società rossonera, alla vittoria dello scudetto. La stagione successiva, cominciata subito male per il suo Milan con la sconfitta 1-2 col Parma in Supercoppa Italiana, si chiude al terzo posto in campionato. L’esperienza sulla panchina milanista termina a marzo 2001, quando il presidente Silvio Berlusconi lo esonera dopo l’eliminazione in Champions League, scaturita dal pareggio casalingo col Deportivo La Coruña.
Nella stagione 2001-2002 subentra dopo poche giornate di campionato a Dino Zoff alla guida della Lazio. Complici anche risultati non previsti della squadra romana e nonostante l’accesso in Coppa UEFA, il presidente Sergio Cragnotti a fine stagione non conferma il tecnico romagnolo preferendogli un giovane Roberto Mancini.
Il 22 ottobre 2003 viene ingaggiato dall’Inter, subentrando all’esonerato Héctor Cúper. Alla seconda gara in nerazzurro, porta la squadra a vincere per la prima volta sul campo del Chievo. Conduce l’Inter al quarto posto in campionato, qualificandosi per la Champions League, ma un mese più tardi rassegna le proprie dimissioni.
Il 7 settembre 2006, a due giorni dall’inizio del campionato, è ingaggiato come allenatore del Torino del presidente Urbano Cairo, nell’anno del centenario della squadra granata. Assume l’incarico con la squadra in crisi, riuscendo inizialmente a ottenere buoni risultati e a porre rimedio alla situazione portandola all’8º posto prima della sosta natalizia. Alla ripresa, dopo una lunga serie di sconfitte consecutive viene è sostituito da Gianni De Biasi.
Il 29 gennaio 2010 torna ad allenare dopo 3 anni, subentrando all’esonerato Ciro Ferrara sulla panchina della Juventus: nell’occasione diventa, insieme a József Viola e Giovanni Trapattoni, il terzo tecnico ad essere riuscito a sedersi sulle panchine di tutte e tre le grandi del calcio italiano.
I bianconeri sono in crisi di risultati ma aspirano di raggiungere la qualificazione in Champions League. L’obiettivo fallì e non gli venne rinnovato il contratto in scadenza. Comincia quindi un pellegrinaggio estero che lo vede sulle panchine di Giappone e degli Emirati Arabi Uniti intervallati da una esperienza al Beijing Guoan.
Da aprile 2022 è Commissario Tecnico della “Nazionale Italiana Non Profit”, Ente Terzo Settore che promuove i valori della solidarietà attraverso la condivisione di un’esperienza sportiva. Nello stesso anno entra a far parte del gruppo dei sei esperti di studio tecnico voluto dalla Fifa per i Mondiali in Qatar.