Cosa ha letto Amadeus a Sanremo? L’omaggio per la Giornata del Ricordo delle Foibe è stato un momento a lungo dibattuto al festival, con richieste da parte del mondo politico che non sono state disattese. Nelle ultime ore era arrivato persino il diktat del Ministro Sangiuliano, che aveva fatto una interlocuzione con la Rai per assicurarsi che venisse onorato il Giorno del Ricordo che cade proprio il 10 febbraio. Amadeus ha a lungo parlato di possibilità per questo ricordo e alla fine ha inserito in scaletta un momento breve, ma intenso con una lettura che è entrata nella nostra storia.

Cosa ha letto Amadeus a Sanremo? L’omaggio per la Giornata del Ricordo delle Foibe

Amadeus si siede in platea e inizia a leggere un brano: “La sera del 4 maggio. Hanno portato via papà dicendogli che era solo un controllo, papà indossò una giacca e disse a mamma di non preoccuparsi. Quella fu l’ultima volta che mia madre lo vide. Le donne della mia famiglia pregarono e sperarono perché non aveva mai fatto nulla di male ai partigiani slavi. Pregavano e speravano, ma temevano l’ipotesi che rallentava il cuore fino a fargli perdere un battito. Foibe”, spiega il conduttore che poi si alza e raggiunge il palco continuando “Queste sono le parole di Egea Haffner raccolte nel libro “La bambina con la valigia”, una delle testimonianze più autentiche di una tragedia vissuta da centinaia di migliaia di italiani. Questa è la giornata del ricordo della strage fatte dalle milizie del generale Tito, l’esilio di centinaia di italiani. Questa è una vicenda dimenticata a lungo dal tempo delle dittature. La libertà non si conquista rimuovendo, ma ricordando sempre”.

Egea Haffner chi è

Egea Haffner nata a Pola nel 1941. Ora ha 78 anni e vive a Rovereto e il suo libro “La bambina con la valigia” è diventato un manifesto per una delle tragedie più a lungo dimenticate nella nostra storia. Il libro prende il nome da una foto nata un po’ per caso è il frutto di alcuni scatti che prima della partenza la nonna e la zia Ilse vollero scattare per conservarne il ricordo. Quel triste ricordo che si commemora il 10 febbraio. Così la vestirono con un abitino di seta nuovo, cucito dalla zia, chiamarono Szentiványl, il fotografo che le scattò alcune istantanee proprio sui gradini di ingresso della Villa Rodinis, dove abitavano gli Haffner. La sua vita a soli 5 anni cambiò per sempre, perse il padre e fu costretta a fuggire in Sardegna. La sua storia è quella di altre centinaia di migliaia di italiani.