Cessione crediti, ‘pagabili’ solo i nuovi superbonus: ecco quali sono le ultime novità sulle misure di sblocco delle agevolazioni fiscali che sono rimaste incagliate nei cassetti delle banche e delle imprese e che non si riesce più a far circolare. I crediti edilizi congelati, quelli che per l’appunto non circolano più ingolfando il sistema dei bonus edilizi e del superbonus 110%, dovrebbero segnalare un alleggerimento nei confronti delle banche, nello specifico in rapporto alla loro responsabilità penale. Per i tecnici del ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Eurostat, che in queste settimane stanno discutendo sulla questione dei crediti d’imposta “pagabili” e “non pagabili”, la nuova classificazione dei crediti “pagabili” che potrebbe dare un colpo pesante a tutto il sistema del superbonus, dovrebbe riguardare solo i crediti scaturiti dai bonus futuri e non quelli passati. Proprio sui crediti di interventi edilizi passati, gli operatori stanno perdendo molte delle speranze di recuperare molte delle somme spese per far fare i lavori: le ultime novità arrivate dal decreto “Aiuti quater” di gennaio e lo spostamento della data di presentazione della comunicazione all’Enea della scelta dell’opzione (tra cessione del credito e sconto in fattura) delle spese sostenute nel 2022 e per le quote residue del 2020 e 2021, non sembrano aver trovato particolari apprezzamenti tra gli operatori del settore.
Cessione crediti superbonus pagabili cosa significa e ultime novità sulle misure di sblocco
Sta di fatto che, per le cessioni dei crediti d’imposta dei bonus e del superbonus 110% che si sono accumulati negli ultimi due anni dovrebbe continuare a valere la classificazione Eurostat del “non pagabili”. È questo il risultato al quale starebbero arrivando i tecnici del ministero dell’Economia e delle Finanze in costante contatto con l’Eurostat per interpretare le nuove regole di classificazione arrivate dal Manuale sul disavanzo e sul debito pubblico, il volume di 500 pagine che, all’interno, contiene le indicazioni per la riclassificazione dei crediti d’imposta e per la loro cessione. Ad oggi, la questione riguarderebbe crediti fiscali in essere per un valore di 110 miliardi di euro, secondo le stime fornite dal Dipartimento delle Finanze, risalenti alle precedenti operazioni di bonus edilizi e superbonus 110%. A questa montagna di benefici fiscali dovrebbero essere applicate le vecchie regole nel considerare le cessioni dei crediti come “non pagabili”, cosa che invece non avverrebbe per i nuovi crediti che dovessero maturare dagli interventi edilizi. L’interpretazione Eurostat per questi ultimi benefici fiscali va nella direzione di farli rientrare nei crediti “pagabili”, o “esigibili”, perché si può ritenere che i bonus saranno comunque riscossi, anche a distanza di tempo o di anni. Ciò causerebbe una gravosa ipoteca dei meccanismi del superbonus e dei trasferimenti dei crediti d’imposta in quanto i relativi bonus concessi andrebbero a gravare direttamente sul debito pubblico come nuova spesa e non come minori entrate derivanti dalle detrazioni fiscali. In definitiva, se si continuasse a classificare i crediti d’imposta come “non pagabili”, si andrebbe nella direzione di causarne l’aumento del deficit pubblico.
Sconto in fattura 2022 bonus: prorogata scadenza comunicazione Enea
La possibile soluzione di compromesso sulla cessione dei crediti d’imposta dei bonus edilizi è stata evidenziata da Andrea de Bertoldi di Fratelli d’Italia che, in un suo post, scrive: “Solo il lavoro produce passi in avanti. Io continuo a crederci e a favorire il dialogo con Ance e Abi”. Il riferimento è, in particolare, ai suggerimenti di sblocco dei crediti del superbonus mediante la proposta presentata dalle due associazione di permettere alle banche di alleggerire il proprio cassetto fiscale mediante la compensabilità in F24 di una quota degli incassi dello Stato dai clienti degli istituti bancari stessi. Ciò dunque consentirebbe alle banche di liberarsi dei crediti fiscali e di poter procedere a nuovi acquisti dagli operatori che, nel frattempo, sono in attesa di poter liberarsi dei propri crediti. Si lavora, insomma, a una riscrittura delle regole dei bonus edilizi, penalizzati nella loro circolazione da regole sempre più penalizzanti sulla circolazione. Intanto, dalla conversione del decreto Milleproroghe è arrivato lo slittamento della comunicazione all’Enea delle cessioni dei crediti e degli sconti in fattura relativi alle spese dello scorso anno: la nuova scadenza è fissata al 31 marzo 2023 ma, come sottolineato da de Bertoldi, “si spera che nei prossimi giorni, durante i lavori dell’aula, si riesca ad allungare ulteriormente la scadenza”.