Il regista Carlos Saura è morto a causa di una insufficienza respiratoria all’età di novantuno anni nella sua casa di Madrid. La notizia è stata divulgata dall’Accademia cinematografica spagnola, con profondo cordoglio, proprio alla vigilia della consegna del Premio Goya d’onore al cineasta: “L’Academia de Cine è profondamente dispiaciuta di annunciare la morte di Carlos Saura, Goya d’onore 2023. Saura, uno dei cineasti fondamentali nella storia del cinema spagnolo, è morto oggi nella sua casa all’età di 91 anni, circondato dai suoi cari. Il suo ultimo film, Las paredes hablan, è uscito venerdì scorso, mostrando la sua instancabile attività e il suo amore per il mestiere fino all’ultimo momento. Domani, all’Auditorium Andalusia di Siviglia, la 37a edizione del Goya commemorerà la memoria di un creatore irripetibile“.
Morto Carlos Saura. La carriera
Nasce nel 1932 in Aragona. Dopo un’infanzia trascorsa tra Cuenca (alla quale nel 1958 dedicherà un documentario), Barcellona e Valencia, si trasferisce alla fine della guerra civile a Madrid, dove completa gli studi superiori. Appassionato di fotografia, a 18 anni espone i suoi primi lavori in una mostra collettiva ed entra nel mondo dell’arte di avanguardia assieme al fratello Antonio, pittore professionista.
Nel 1952 si iscrive a una scuola sperimentale di cinematografia e si diploma quattro anni dopo in regia presentando come saggio finale il documentario Il pomeriggio della domenica. Dal 1957 al 1965 rimane nello stesso istituto lavorando come docente realizzando intanto alcuni cortometraggi, tra cui uno dedicato a suo fratello pittore.
Il suo primo film a soggetto risale al 1959. Si tratta di I monelli, un film su un gruppo di ragazzi “sbandati” della periferia madrilena, uno dei quali sogna di uscire dallo squallore diventando torero. Girato in esterni con camera a mano, si ispira ai modelli del neorealismo italiano e del cinéma vérité francese. Partecipa al Festival di Cannes 1960 dove ottiene un buon successo di critica ma, per superare il visto di censura, deve subire pesanti tagli e giunge nelle sale spagnole solo due anni dopo.
Nel 1963 Saura realizza I cavalieri della vendetta, film in costume ambientato nell’Ottocento e intanto, insieme ad altri registi del nuevo cine spagnolo, si adopera per far tornare in patria Luis Buñuel. Del 1965 è La caccia, che inaugura la sua collaborazione con l’amico-produttore Elias Querejeta. Questa collaborazione rimane stabile per quasi tutti i film successivi del regista e si basa su un rapporto di fiducia grazie al quale il regista si garantisce una piena libertà di espressione.
Il secondo incontro decisivo nel percorso artistico di Saura è quello con Geraldine Chaplin, che diventa in seguito la musa e la protagonista di molti suoi film, a partire da Frappé alla menta (1967), che vince al Festival di Berlino l’Orso d’argento nel 1968 e, di seguito, Lo stress è tre, tre (1968), La tana (1969), Anna e i lupi (1973). Il rapporto artistico diventa anche una lunga relazione sentimentale, da cui nel 1974 nascerà uno dei sette figli del regista.
Il sodalizio artistico con la figlia del grande Charlie Chaplin continua con Cría cuervos, che nel 1976 vince a Cannes il premio speciale della giuria, con Elisa, vita mia (1977), Gli occhi bendati (1978) e Mamà compie 100 anni (1979). Nel 1981, con In fretta in fretta vince al Festival di Berlino un contestatissimo Orso d’Oro.
Dedicati alla danza sono i film Bodas de sangre – Nozze di sangue (1981), Carmen Story (1983), L’amore stregone (1986), Flamenco (1995) e Tango (1998). Dedicato invece alle Olimpiadi disputate a Barcellona nel 1992, è Marathon, documentario ufficiale dei giochi.
Tre film di Carlos Saura hanno ricevuto una nomination all’Oscar al miglior film straniero: Mamà compie 100 anni nel 1980, Carmen Story nel 1984, e Tango nel 1999, ma nessuno di essi ha vinto la statuetta. In una intervista rilasciata nel 1980 al quotidiano spagnolo El Pais, Stanley Kubrick dichiarò il suo grande apprezzamento nei confronti di Carlos Saura, che definì “un regista di grande splendore che usa meravigliosamente i suoi attori”.