Si chiama Helios il ciclone mediterraneo che ha provocato una copiosa ondata di maltempo nella Sicilia orientale, in particolare a Catania. In gergo tecnico, i meteorologi lo definiscono “medicane“, commistione delle parole “mediterranean” e “hurricane”, dunque un vortice di aria fredda e vento proveniente dal Mar Mediterraneo.
Oggi la Regione è classificata in allerta rossa, ma già da domani la massa si sposterà verso il Nord Africa e porterà cielo più sereno, nonché un declassamento del rischio idrogeologico (allerta gialla secondo l’ultimo bollettino della Protezione Civile).
Maltempo Sicilia, Catania vittima di abbondanti mareggiate
Raffiche fino a 100 km/h, venti moderati o tesi settentrionali e mari particolarmente mossi. Questo il quadro riassuntivo dell’ondata di maltempo che ha flagellato le coste orientali della Sicilia, causando danni enormi tra le province di Catania e Siracusa sulla Sicilia, comunque in parziale attenuazione nella seconda parte del giorno; nel resto del Centro-Sud. Molto agitati o grossi il Basso Ionio e il Canale di Sicilia.
Nella giornata odierna moltissime scuole in tutto il Mezzogiorno sono rimaste chiuse in via precauzionale. A Catania ieri violente mareggiate hanno lambito la costa: le scene più suggestive si sono verificate al porticciolo di Ognina, ma anche nell’entroterra la situazione non è stata meno impegnativa. Sull’Etna ieri i Vigili del Fuoco hanno salvato un gruppo di otto escursionisti (tra cui tre bambini), e le provinciali che conducono alla vetta del vulcano sono interrotte in più punti a causa di abbondanti nevicate.
All’aeroporto di Fontanarossa quasi tutti i voli in arrivo sono stati dirottati altrove, perlopiù su Palermo dove il meteo è più clemente. Disagi anche per quanto riguarda le utenze della corrente elettrica, con blackout riparati faticosamente nel corso della giornata. Preoccupazione a Scaletta Zanclea, nel messinese, già teatro della drammatica alluvione del 2009, così come a Siracusa: almeno 100 gli sfollati che sono stati evacuati momentaneamente a causa dell’esondazione del torrente Anapo.
Altro scenario critico a Mineo, nell’entroterra catanese, dove una frana ha sgretolato parte del cimitero comunale facendo sprofondare bare e loculi. Secondo il sindaco si rischia l’isolamento, e la voce collettiva dei primi cittadini chiede un intervento del governo, almeno per dichiarare lo stato di calamità naturale.
In Calabria due episodi critici nella notte
E se la Sicilia è in ginocchio, la vicina Calabria deve fare a sua volta i conti con crescenti disagi, sia nelle zone montane che in quelle costiere.
Partendo da queste ultime, in mattinata è stata interrotta la Statale 18, la principale arteria di collegamento dell’area tirrenica regionale, all’altezza di San Nicola Arcella (Cosenza): un autoarticolato di grosse dimensioni è stato infatti scoperchiato dal forte vento, ribaltandosi lungo l’intera carreggiata nei pressi del Ponte Saraceno. Complicati i soccorsi dei Vigili del Fuoco di Scalea a causa delle condizioni meteo estremamente avverse. Diversi i passeggeri rimasti “intrappolati” dall’inconveniente, costretti a passare qualche ora al freddo e al gelo, prima dell’attesa tregua.
Poco più a sud, in provincia di Vibo Valentia, un gruppo di operai dell’Enel sono rimasti intrappolati nella neve con l’auto all’altezza di Nardodipace, in pieno entroterra vibonese. Solamente alle tre di notte i soccorsi dell’Anas sono riusciti a raggiungere il mezzo e a portarlo al sicuro. La viabilità lungo le principale arterie provinciali risulta infatti compromessa, con tratti chiusi per consentire le operazioni degli spazzaneve e degli spargisale.