La Tenda, che diede rifugio per 48 giorni ai superstiti del Dirigibile Italia precipitato sul pack nel corso di una tempesta è uno dei pochi oggetti della spedizione che si sono conservati fino ad oggi. Con una pianta quadrata (270 cm per ciascun lato) e una struttura piramidale di 250 cm di altezza, la tenda è realizzata in tela di seta, di color avorio per la parte esterna e in taffettà di seta blu-petrolio per quella interna. Il colore rosso venne conferito al rifugio dall’anilina rossa, utilizzata in volo per determinare la quota del dirigibile, che i superstiti versarono sul rivestimento esterno per renderlo visibile all’avvistamento aereo.

La tenda Rossa nel Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano

“Il Museo, con il lavoro di restauro della Tenda Rossa, riportata all’ammirazione del pubblico, consolida la propria vocazione alla valorizzazione dell’importanza della ricerca non disgiunta dai valori umanistici che la, pur sfortunata, spedizione di Umberto Nobile richiama con forza. Poter collocare la Tenda Rossa nei depositi visitabili del Museo, rappresenta un primo importante traguardo, che tanto racconta delle molte attività – dietro le quinte – svolte dai musei: studiare, curare, salvaguardare gli oggetti per traghettarli nel tempo e permettere alle generazioni future di ricucire e conoscere l’identità di un territorio, un’epoca, una cultura del passato”, dichiara Fiorenzo Marco Galli, Direttore Generale del Museo.


La Tenda Rossa, che appartiene alla collezione del Civico Museo Navale Didattico, è in comodato al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia dal Comune di Milano ed è stata oggetto di un lungo restauro, avviato nel 2008 grazie al co-finanziamento di Regione Lombardia e affidato alla restauratrice di tessuti Cinzia Oliva, in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano.


“Il lavoro di restauro e di musealizzazione della Tenda Rossa rappresenta un eccellente esempio di come le strategie di collaborazione tra il Comune di Milano e i Musei della città portino a grandi risultati nella valorizzazione del patrimonio culturale cittadino – ha dichiarato l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi – In particolare, il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia ha saputo applicare il meglio della propria identità museale nel perseguire un rigoroso progetto scientifico, sia nel trattamento delle delicate superfici della tenda, che nell’applicazione di un rigoroso protocollo per l’esposizione al pubblico. Un brillante progetto di ricerca applicata si trasforma dunque in una straordinaria occasione di conoscenza delle collezioni pubbliche e di approfondimento su un momento di grande importanza nella storia della ricerca scientifica italiana.”

Il restauro della Tenda Rossa

Il restauro della tenda è stato un intervento complesso che ha richiesto l’expertise di professionisti del settore tessile, analisi scientifiche, ricerche storiche e momenti di riflessione comune con i professionisti del Museo attorno all’oggetto. Lo stato di conservazione dei materiali costitutivi era molto compromesso e frammentario. L’analisi delle cuciture e dei materiali ha rivelato in due spicchi della Tenda la presenza di molteplici e stratificati interventi di restauro eseguiti nel tempo (probabilmente attorno agli anni ’50 del Novecento), di cui non è però stata rinvenuta alcuna documentazione. Lo studio del materiale tessile costitutivo, svolto in collaborazione con la Stazione Sperimentale della Seta di Milano, ha evidenziato come la Tenda non potesse più essere riposta in deposito piegata, a causa del degrado molto avanzato del filato. Questa particolare delicatezza dei materiali, ormai giunti ad un momento critico del loro tempo vita, ha richiesto una sperimentazione sui metodi di consolidamento, svolta in collaborazione con il Laboratorio di Diagnostica dei Musei Vaticani di Roma, diretto da Ulderico Santamaria. 

“L’intervento di restauro ha rappresentato una vera sfida, sia dal punto di vista delle scelte metodologiche che dal punto di vista espositivo. La fragilità della seta degradata, le dimensioni importanti e la tridimensionalità del manufatto, ci hanno costretto a pensare e ripensare continuamente a come intervenire, ricalibrando le scelte in base ai dati che si scoprivano man mano che si procedeva con le operazioni. La Tenda Rossa si è rivelata come uno dei manufatti più impegnativi, coinvolgenti ed emozionanti di tutta la mia carriera professionale”, spiega Cinzia Oliva, la restauratrice di tessuti che si è occupata del restauro.