Uno studente di 14 anni ha tentato di suicidarsi dopo aver subito azioni di bullismo a scuola a Venezia.

Il ragazzo è stato ricoverato dopo aver ingerito numerose pastiglie di uno stesso farmaco.

Ecco cosa è accaduto.

Bullismo a scuola a Venezia, ingerisce delle medicine e finisce in ospedale

Dopo aver subito atti di bullismo dai suoi compagni, uno studente che frequenta la pima classe in un istituto scolastico di Venezia ha tentato di mettere fine alla sua vita con delle medicine.

Il ragazzo 14enne, è finito in ospedale dopo aver assunto 30 pastiglie, ovvero, un’intera scatola di farmaci.

 Ora, per fortuna, il giovane non è più in pericolo di vita.

Il fatto, come riporta il Corriere del Veneto, è avvenuto qualche settimana fa all’interno di un convitto appartenente all’istituto scolastico e frequentato dagli studenti fuorisede.

Il 14enne è stato trasportato nel pronto soccorso dell’ospedale dell’Angelo di Mestre, in uno stato di semicoscienza, subito dopo aver riferito ai suoi educatori di non sentirsi bene.

La verità sulle motivazioni che hanno spinto l’alunno della scuola a compiere questo gesto, è emersa solo durante la permanenza in ospedale.

Il giovane paziente che è ora affidato alle cure di uno psicologo, ha raccontato ai ma medici di aver subito ripetutamente degli atti di bullismo. In particolare, il ragazzo racconta ha precisato di essere stato continuamente preso in giro per diversi mesi, fin dall’inizio delle lezioni a settembre.

Inoltre, lo studente ha anche aggiunto di essere stato completamente isolato da alcuni compagni di classe.

A questo punto, la scuola ha fatto sapere che andrà a fondo nella vicenda e prenderà dei seri provvedimenti.

Come interverrà la scuola?

Dopo che lo studente ha denunciato di essere stato sistematicamente bullizzato dai compagni, il preside ha avanzato le sue intenzioni di fare luce sulla questione e di voler intervenire per combattere questo fenomeno nel suo istituto, affinché non si verifichino mai più degli episodi simili.

Innanzitutto, il preside dell’istituto scolastico frequentato dal 14enne, ha indetto un consiglio di classe straordinario proprio per affrontare la questione e parlare del gesto dell’adolescente.

Dal momento che lo studente ha riferito che gli episodi di bullismo avvenivano sia a scuola che all’interno del convitto in cui condivide la stanza insieme ad alcuni compagni di classe, lo studente è stato sistemato in un’altra stanza e allontanato da questi ultimi.

Inoltre, sono stati attivati anche degli sportelli di aiuto all’interno della scuola, che permetteranno agli alunni che vogliano farlo, di confrontarsi con degli psicologi.

Le dichiarazioni del dirigente scolastico

Pare che, ancora prima che il ragazzo compisse questo gesto, alcuni alunni erano già stati sospesi a causa di alcuni comportamenti inadeguati.

Per 4 studenti era stata disposta una sospensione dalle attività scolastiche di 10 giorni, per essersi comportati male in classe. Inoltre, è emerso che anche alcuni giorni fa è accaduto un altro episodio spiacevole all’interno dell’istituto. Un professore è stato chiuso all’interno di un’aula da alcuni alunni ed è riuscito ad uscirne con non poche difficoltà, facendo immediatamente partire delle segnalazioni al dirigente.

Tutti questi episodi, aggravati dal tentativo di suicidio del 14enne, dunque, hanno costretto la scuola ad intervenire in maniera ferma e diretta.

Il preside dell’istituto, infatti, ha spiegato al “Corriere della Sera”:

Abbiamo indetto un consiglio di classe straordinario per capire quello che è accaduto, abbiamo mandato anche esperti esterni anche se credo che il disagio del ragazzo che ha preso le pastiglie arrivi da lontano, ben prima di iniziare la nostra scuola”.

Poi, ha continuato aggiungendo:

Tuttavia abbiamo molte difficoltà con i ragazzi che frequentano la prima classe: non sanno che a scuola si sta seduti e calmi, sembra che nessuno gli abbia insegnato come ci si comporta, alcuni di loro hanno avuto sanzioni significative, abbiamo attivato anche i nostri psicologi”.

Per il dirigente scolastico, uno dei fattori scatenanti di questi comportamenti è stata la pandemia, che ha costretto i ragazzi a rimanere troppo a lungo lontani dall’aula.

Secondo le sue parole:

Non sono scolarizzati, non sanno stare in classe”.