Nuovo attentato a Gerusalemme dove oggi, venerdì 10 febbraio, un bambino di 6 anni e un 20enne sono morti in un agguato a Ramot, al nord della città. Nell’attentato sono rimaste coinvolte almeno altre sei persone, tra cui un altro bambino, tutte ferite in modo grave. Il responsabile è stato ucciso dopo aver portato a termine l’attentato.

Secondo le prime ricostruzioni l’attentatore era alla guida di un’auto: avrebbe travolto le sue vittime a tutta velocità mentre queste ultime erano ferme ad una stazione degli autobus. Il luogo dell’incidente è vicino al sito di Nebi Samuel, in un’area abitata a maggioranza da ultraortodossi. Alla guida del mezzo c’era un palestinese di 31 anni: ad ucciderlo sarebbe stato un agente di polizia, e non un civile armato come ipotizzato inizialmente.

Attentato a Gerusalemme oggi, un altro minore in condizioni critiche

Chi indaga è riuscito a risalire alle generalità dell’attentatore: si chiamava Hossein Karaka, aveva 31 anni ed era palestinese, originario di Gerusalemme est, con cittadinanza israeliana. Gli ultimi aggiornamenti sulla dinamica dell’incidente rivelano come a schiantarsi sul gruppo di israeliani sia stato un veicolo Mazda di colore blu. Da chiarire se il 31enne facesse parte di qualche organizzazione terroristica: da Gaza, l’organizzazione di estrema destra Hamas ha esultato per l’attacco, definito come una “operazione eroica”.

Tra le otto vittime dell’incidente, tutte di nazionalità israeliana, ci sarebbero anche due uomini sulla trentina, un uomo sulla quarantina e un ragazzino di 10 anni, secondo quanto riferito dal servizio di ambulanza Magen David Adom. È probabile che tra di loro ci siano i parenti del bambino di 6 anni rimasto ucciso: i Gruppi di Pronto soccorso confermano come il minore fosse accompagnato da alcuni familiari.

Nel frattempo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato l’immediata demolizione della casa dell’attentatore.

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