Italia, l’economia rallenta e frena anche l’inflazione. L’Istat ha rilevato che negli ultimi tre mesi il nostro Paese ha registrato una flessione verso il basso dell’economia come anche l’inflazione.

Inflazione Italia

L’Istat, l’istituto nazionale di statistica, ha rilevato che per la prima volta dopo sette trimestri consecutivi, il nostro Paese ha registrato un rallentamento dell’economia, ma allo stesso tempo una frenata anche sulla pressione dell’inflazione.
Già ad inizio 2023 si presagiva una situazione più “controllata” rispetto a prima con una moderazione delle pressioni inflazionistiche, dovuta al calo dei prezzi dei prodotti energetici, che alimenta le attese di un più graduale aumento dei tassi di interesse nei principali paesi. Questi dati hanno registrato una riduzione dell’inflazione al consumo.
Il differenziale dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo tra l’Italia e l’area euro, pur rimanendo positivo, è infatti diminuito rispetto a dicembre, con le indagini sulla fiducia dei consumatori e delle imprese che a gennaio hanno fornito indicazioni differenti. Una ricerca, condotta sempre dall’Istat che ha evidenziato una fiducia dei consumatori con un peggioramento diffuso tra le sue componenti mentre quella delle imprese è aumentata per il terzo mese consecutivo.

Riduzione Pil in Italia

Oltre al rallentamento dell’inflazione, l’Istat ha però anche rilevato anche un aumento del Pil italiano, in base alla stima preliminare, anche questo dato in base agli ultimi tre mesi dello scorso anno, con la prima variazione congiunturale negativa dopo sette trimestri consecutivi di crescita.
Infatti il Pil nel 2022 è aumentato del 3,9% mostrando una dinamica superiore a quella della media dell’area euro.
L’indice destagionalizzato della produzione industriale, al netto delle costruzioni, nonostante il forte recupero congiunturale di dicembre (+1,6%), nel quarto trimestre è diminuito dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti.
A dicembre, il mercato del lavoro ha proseguito la tendenza al miglioramento. Il tasso di occupazione è salito al 60,5% coinvolgendo quasi tutte le classi di età, gli uomini e le donne. Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 7,8%.