Assegno unico marzo 2023: aumenti importi in base a Isee e numero dei figli. Nel mese prossimo ci sarà un doppio aumento dell’indennità in base all’indice di inflazione: lo scatto dell’8,1% non riguarderà unicamente l’importo di base di 175 euro al mese per ogni figlio, ma anche le soglie dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee riferito all’anno 2021), in base al quale l’assegno unico viene modellato a favore delle famiglie beneficiarie. L’indicatore dovrà essere aggiornato includendo nella prima fascia famiglie che, nel 2022, erano già nella seconda fascia perché con Isee di poco maggiore di 15.000 euro. Ciò costituirà un vantaggio perché è improbabile che gli aumenti dei redditi dei componenti della famiglia siano cresciuti in misura maggiore rispetto all’incremento dei prezzi al consumo. Ragione per la quale, gli aumenti dell’indennità saranno superiori a quelli dei redditi. Dunque, al primo giro di boa della misura introdotta nel marzo 2022, gli aumenti degli importi saranno parametrati al tasso di inflazione dell’8,1%.

Assegno unico marzo aumenti 2023: importi in base a Isee e numero dei figli

L’anno, per l’assegno unico, parte da marzo, essendo avvenuto il primo versamento a favore delle famiglie dell’indennità con decorrenza 1° marzo 2022. Nel mese prossimo, e fino a febbraio 2024, gli importi saranno aumentati all’insù e gli incrementi dipenderanno non solo dal valore dell’inflazione, ma anche dal numero dei figli e dalla soglia di Isee. Guardando alla prima soglia di Isee, l’aumento dell’inflazione dell’8,1% porta il valore da 15.000 euro del 2022 a 16.215 euro del 2023: è questa dunque la classe più bassa dell’Indicatore alla quale fare riferimento. Fino a questa soglia e per i figli fino a 18 anni di età, l’importo mensile dell’assegno unico passa da 175 euro a 189,17 euro. Se si supera la soglia Isee dei 16.215 euro e fino a 43.240 euro, per ogni figlio fino a 18 anni l’importo si riduce gradualmente fino ad arrivare a 54,04 euro, ovvero ai vecchi 50 euro del 2022, soglia che viene applicata per Isee pari o superiori a 43.240 euro, pari al tetto dei 40.000 euro del 2022. L’importo dell’assegno unico si dimezza se il figlio ha già 18 anni e fino ai 21 anni di età: pertanto, con Isee fino a 16.215 euro, l’importo è pari a 91,88 euro, corrispondente agli 85 euro dello scorso anno. La riduzione per i figli maggiorenni avviene in via graduale fino ad arrivare a 27,02 euro (25 euro nel 2022) per Isee pari o superiore a 43.240 euro.

Maggiorazioni assegni per i figli: quali sono?

Con la legge di Bilancio 2023 sono cambiati anche gli importi relativi alle famiglie con un figlio fino a un anno e da uno a 3 anni di età: fino a 16.215 euro si percepiscono 283,76 euro mensili per tutti i nuclei fino a un anno di vita, e 189,17 euro da uno a tre anni di età; poi l’importo decresce da 283,76 euro a 81,07 euro per Isee crescente da 16.215 a 43.240 euro e oltre per i figli fino a un anno; per figli da uno a tre anni di età, l’importo decresce da 189,17 euro a 54,05 euro all’aumentare dell’Isee fino e oltre la soglia di 43.240 euro. Per figli da 3 a 21 anni, si applicano gli importi dell’assegno unico che abbiamo visto in precedenza, con il dimezzamento dell’importo dai 18 ai 21 anni di età. Per i figli disabili non vi è questa distinzione: l’assegno unico spetta sempre e senza differenze nella misura pari a quella dei figli minori. Sono previste delle maggiorazioni: la prima riguarda ogni figlio successivo al secondo: in nuclei di almeno tre figli, dunque, si ha diritto a 91,88 euro in più entro i 16.215 euro; poi l’importo della maggiorazione si riduce all’aumentare dell’Isee fino a 16,21 euro per Isee pari o superiori a 43.240 euro. La seconda maggiorazione riguarda le famiglie con quattro o più figli: 162,15 euro a rispetto i 100 euro che spettavano nel 2022. La terza maggiorazione viene corrisposta se i genitori hanno entrambi un reddito da lavoro: è pari a 32,43 euro (30 euro nel 2022 che l’Inps potrebbe chiedere di restituire per ogni figlio e per i mesi da marzo a settembre 2022 perché versata in maniera erronea) per Isee di prima fascia, poi da ridurre gradualmente all’aumentare dell’Indicatore.