Nel Giorno del Ricordo, che il 10 febbraio di ogni anno commemora le vittime delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata, il mondo della politica e delle istituzioni ricorda quanto accaduto.
Giorno del Ricordo 2023: le dichiarazioni in occasione della commemorazione
Il presidente Mattarella: “Un carico di dolore e sangue per anni negato”
“Sono passati quasi vent’anni da quando il Parlamento italiano istituì, con una significativa ampia maggioranza, il Giorno del Ricordo, dedicato al percorso di dolore inflitto agli italiani di Istria, Dalmazia e Venezia Giulia nella drammatica fase storica legata alla Seconda Guerra Mondiale e agli avvenimenti a essa successivi”, ha esordito, nel corso del suo intervento al Quirinale, il presidente Mattarella, parlando della legge del 2004, voluta per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale“. Oggi, ha proseguito Mattarella, si ricordano “vessazioni e violenze dure, ostinate, che conobbero eccidi e stragi e, successivamente, l’epurazione attraverso l’esodo di massa. Un carico di sofferenza, di dolore e di sangue, per molti anni rimosso dalla memoria collettiva e, in certi casi, persino negato”.
“Come se le brutali vicende che interessarono il confine orientale italiano e le popolazioni che vi risiedevano rappresentassero un’appendice minore e trascurabile degli eventi della fosca epoca dei totalitarismi o addirittura non fossero parte integrante della nostra storia”. “Nessuno deve avere paura della verità – ha dichiarato -. La verità rende liberi. Le dittature – tutte le dittature – falsano la storia, manipolando la memoria, nel tentativo di imporre la verità di Stato. La nostra Repubblica trova nella verità e nella libertà i suoi fondamenti e non ha avuto timore di scavare anche nella storia italiana per riconoscere omissioni, errori o colpe”, ha sottolineato, ribadendo, come aveva già fatto in occasione della Giornata della Memoria, lo scorso 27 gennaio, la ferma condanna nei confronti di negazionismo e giustificazionismo e ricordando la guerra in Ucraina e le recenti tensioni tra Serbia e Kosovo, indicando la convivenza, il dialogo, il rispetto del diritto internazionale e la democrazia come uniche alternative ai conflitti.
Giorgia Meloni: “La memoria è stata per troppi anni vittima di una congiura del silenzio”
“Oggi l’Italia celebra il Giorno del Ricordo e rende il suo tributo ai martiri delle foibe e agli italiani” costretti “ad abbandonare le loro terre per il solo fatto di essere italiani. Centinaia di migliaia di nostri connazionali obbligati a fuggire, che la Nazione non seppe accogliere come sarebbe stato giusto fare”, ha invece affermato la premier Giorgia, Meloni, ricordando che “la memoria delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è stata per troppi anni vittima di una vera e propria congiura del silenzio” e tornando sulla legge che, solo nel 2004, ha istituito il Giorno del Ricordo, “che impegna le istituzioni a promuovere la conoscenza di quei fatti, a valorizzare il contributo degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia allo sviluppo sociale e culturale dei territori dell’Adriatico orientale e a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti sul territorio nazionale e all’estero”. A questo scopo, dice il Presidente del Consiglio, a Palazzo Chigi è stato istituito uno specifico Comitato di coordinamento delle celebrazioni legate a questa giornata, allo scopo di garantire una più efficace programmazione delle iniziative e delle cerimonie proposte e organizzate dalle amministrazioni ogni 10 febbraio. L’obiettivo è non dimenticare.
La Russa: “Un momento fondante della nostra storia comune”
Ad intervenire al Quirinale, ricordando la tragedia delle foibe, è stato anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa. “Non può e non deve essere dimenticata, così come deve essere dimenticato l’esodo dall’Istria, dalla Dalmazia, da Fiume, gli italiani che furono di fatto costretti a lasciare le loro case, i luoghi dove erano nati e dove vivevano, e che furono accolti malissimo dall’Italia di allora”, ha detto. “Io credo – ha proseguito – che la svolta c’è stata nel 2004 quando è stata istituita la Giornata del ricordo. Io ero capogruppo di Alleanza nazionale ed ebbi l’onore di firmarla questa legge, insieme a Menia […]. Oggi a distanza di anni considero quel momento uno dei momenti fondanti della memoria comune della nostra Nazione”, ha sottolineato. “Quando la memoria diventa comune – ha concluso – diventa un momento di crescita quale è oggi il ricordo” di quei fatti.
Salvini: “Spero che Sanremo dedichi un attimo al ricordo”
Dopo il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, il ministro della Cultura Sangiuliano e tanti altri, anche Matteo Salvini ha voluto commemorare il Giorno del Ricordo 2023 a margine della cerimonia di deposizione di corone d’alloro presso il Monumento agli infoibati ed esuli, in piazza della Repubblica, a Milano. “L’importante è che si ricordino queste centinaia di migliaia di italiani massacrati, trucidati, costretti a scappare e che avevano solo la colpa di essere italiani e non comunisti. Nei cuori di tanti italiani e nelle scuole. Poi lascio alla Rai onori e oneri, ma mi auguro che essendo una giornata importante per milioni di italiani il Festival della canzone italiana dedichi qualche secondo a questa pagina tragica”, ha detto. Le celebrazioni si sono tenute anche a Roma, con la deposizione di una corona commemorativa da parte del Sindaco Gualtieri al Vittoriano, in piazza Venezia.