Diritti tv Champions League, la dead line per le offerte delle emittenti è fissata a martedì 14 febbraio. Oltre alle note Sky, Amazon, Dazn e Mediaset, si aggiunge anche la Rai alla corsa per trasmettere il nuovo format della maggiore competizione continentale. La televisione pubblica manca l’appuntamento con il grande calcio europeo per club dalla stagione 2018/19. Non va inoltre dimenticata una variabile non secondaria di cui tener conto: il venir meno del divieto per Sky di avere esclusive via Iptv (internet) imposto dall’Antitrust. E’ evidente che rappresenti un elemento di novità nelle aste per Champions, Europa e Conference League. L’allargamento delle squadre partecipanti chiaramente fa sperare la Uefa, da Nyon si aspettano offerte che sfiorano i 300 milioni di euro a stagione da parte dei broadcaster per il mercato italiano.
Nonostante il dibattito in merito alla Superlega, Ceferin confida proprio nella rinnovata Champions League per aumentare i ricavi. “La UEFA ha dimostrato chiaramente di impegnarsi al massimo per rispettare i valori fondamentali dello sport e difendere il principio di apertura delle competizioni. La qualificazione continuerà a basarsi puramente sui risultati sportivi e tutti i club potranno sognare di partecipare alle nostre competizioni. Siamo convinti che il format scelto migliorerà l’equilibrio competitivo e genererà ricavi sostanziosi da distribuire alle società, alle leghe e al calcio di base in tutto il continente, aumentando l’attrattiva e la popolarità delle nostre competizioni per club”, ha spiegato il numero uno del calcio continentale.
Champions League: dal 2024 il nuovo format
Il Comitato Esecutivo UEFA ha approvato un nuovo format per le competizioni per club, in particolare della Champions League, a partire dalla stagione 2024/25. Una replica netta ai desideri di alcuni club di creare una competizione ad hoc come la Superlega da parte delle 12 squadre fondatrici. Le riforme arrivano dopo un’ampia consultazione con tutta la famiglia del calcio europeo e hanno ricevuto il sostegno unanime del Consiglio ECA e del Comitato Competizioni per Club UEFA, composto da una maggioranza di rappresentanti dei club.
La prima novità riguarda il numero dei partecipanti visto che si passa da 32 a 36 squadre. I 4 posti in più rispetto saranno assegnati seguendo tre criteri. Un posto va al club che si classifica terzo nel campionato della quinta federazione nel ranking UEFA. Un posto va a una vincitrice del campionato, aumentando da quattro a cinque il numero di squadre che si qualificano attraverso il cosiddetto percorso Campioni. Due posti in base al ranking nazionale ma non per meriti storici, bensì per quanto fatto nella stagione precedente.
Il cambiamento più radicale riguarda la trasformazione dalla tradizionale fase a gironi, che diventerà un campionato a girone unico tra tutte le partecipanti. Le trentasei squadre avranno così la garanzia di disputare almeno otto partite contro otto avversari diversi suddivise in egual modo fra casa e trasferta anziché le sei gare attuali. Le prime otto classificate di questo campionato si qualificano direttamente per la fase a eliminazione diretta, mentre le squadre dal nono al ventiquattresimo posto disputeranno dei playoff di spareggio, con la solita modalità di andata e ritorno, per conquistare un posto agli ottavi di finale.
Cambiamenti di format simili saranno applicati anche all’Europa League (8 partite nella fase campionato) e alla Conference League (6 partite nella fase campionato), con 36 squadre partecipanti alla fase campionato di entrambe le competizioni. Le squadre nazionali, tutte, non potranno più snobbare l’Europa League e la Conference League perché ben figurare in queste competizione può aumentare la probabilità di avere un posto in più nella nuova Champions League.
Tutte le partite prima della finale si giocheranno a metà settimana, rispettando dunque il calendario delle competizioni nazionali di tutta Europa, in un periodo complessivo di dieci settimane secondo quanto previsto dal Comitato Esecutivo riunitosi ad aprile.