Incidente sul lavoro a Trieste dove Paolo Borselli, operaio di 58 anni è stato trovato morto nelle acque all’interno del porto della città. L’uomo, secondo quanto appreso, stava guidando un “muletto” sul Molo 7/o quando avrebbe improvvisamente perso il controllo del carrello elevatore finendo in mare.
Il grave infortunio sul lavoro è avvenuto tra le 15 e le 16 di ieri, ma il corpo è stato ritrovato circa un’ora dopo. A dare l’allarme sono stati i colleghi che non l’hanno visto rientrare.
Sul posto sono subito giunti i sommozzatori dei Vigili del Fuoco, la capitaneria di porto e i sanitari del 118 che non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell’uomo. È stata tentata una lunga rianimazione, ma per l’uomo non c’è stato purtroppo, nulla da fare.
Immediata la reazione dei sindacati dell’Unione sindacale di base che hanno proclamato uno sciopero di tutte le maestranze.
I sindacati, che hanno proclamato lo sciopero immediato, si sono dati appuntamento al varco del Molo IV del Porto di Trieste per una manifestazione.
Incidente sul lavoro porto di Trieste: il commento dei sindacati
Un dramma nel dramma la morte di Paolo Borselli, valutando che anche suo figlio da alcuni anni lavora proprio per l’Agenzia per Lavoro portuale del Porto di Trieste. I colleghi ieri erano scossi, la notizia li ha travolti come un macigno, anche perché Paolo lavorava da una vita all’interno del porto. “Era una delle nostre colonne”, si limita a dire uno dei compagni, raccontando di una persona “di provata esperienza, che insegnava il mestiere agli ultimi arrivati”.
Proprio per rispetto del figlio, i colleghi di Paolo ieri hanno preferito non rilasciare dichiarazioni o riferire dettagli sulla vita della vittima. “Questo è il momento della rabbia e dell’angoscia, dichiara il segretario provinciale della Cgil Michele Piga ora bisognerà attendere la ricostruzione delle dinamiche, ma intanto verrà chiesto un tavolo prefettizio per ragionare affinché tragedie simili non accadano più”.
Il segretario della Cisl Alberto Monticco si limita a valutare come “la morte di Paolo Borselli sia l’ennesima dimostrazione che sulla sicurezza non si faccia mai abbastanza”.
In attesa di capire se “l’incidente mortale sia avvenuto per disattenzione o per qualche problema legato alla sicurezza”, il segretario delle Uil Matteo Zorn sostiene che “serve fare di più per promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro”.
Sasha Colautti dell’Usb ritiene che “dentro quel terminal la prestazione del lavoro è aumentata, e questa tragedia è avvenuta in assenza di qualcuno che monitorasse l’attività del lavoratore. Il fatto che sia rimasto per due ore in acqua senza che nessuno se ne accorgesse, sottolinea, per noi è di una gravità assoluta”.
Le parole del presidente del porto di Trieste
Il presidente del porto di Trieste Zeno D’Agostino ha espresso con un messaggio la vicinanza alla famiglia di Paolo Borselli:
“Sono profondamente scosso da questa tragedia. Posso solo confermare che continueremo a operare e investire affinché simili terribili episodi non si verifichino più. A nome mio personale e di tutta la comunità portuale esprimo alla famiglia di Paolo Borselli la nostra vicinanza e partecipazione al dolore”.
Sul fronte della sicurezza sul lavoro, D’Agostino ha ricordato di aver “posto il tema del lavoro, e della sicurezza sui luoghi di lavoro, al centro del mandato e fin da principio come testimoniano tanti atti concreti e tanti progetti. Non ho parole per dire la frustrazione e lo sconcerto dinanzi alla morte di Borselli, che ci chiede e anzi pretende da noi di continuare a impegnarci per il futuro”.
Tra i messaggi di cordoglio anche quello del Trieste Marine Terminal:
“Ci stringiamo attorno alla famiglia di Paolo Borselli. La società sta collaborando con le autorità preposte impegnate a far chiarezza sull’incidente. Trieste Marine Terminal manifesta il cordoglio sincero anche a tutta la comunità dei lavoratori portuali che quotidianamente lavorava a fianco di Paolo”.