Tossicodipendenti che, in cambio di qualche dose di droga o per qualche spicciolo, si facevano vaccinare fino a tre volte al mese contro il Covid-19 con documenti falsi per permettere a persone no-vax di ottenere certificati vaccinali e Green Pass. È questa la vicenda che, nella mattinata di oggi, 10 febbraio, ha portato all’arresto di nove persone a Catania, accusate, a vario titolo, di “falso materiale”, “cessione di stupefacenti” e “ricettazione”, ma anche di “rapina aggravata”, “sequestro di persona” e “fabbricazione, porto e compravendita di armi clandestine”, per un totale di 17 indagati.
Vaccini in cambio di droga per fornire certificati vaccinali ai no-vax
Era un vero e proprio commercio fiorente, quello messo in atto da alcuni esponenti della criminalità organizzata di Catania per fornire certificati vaccinali e Green Pass a persone no-vax, servendosi di un gruppo di tossicodipendenti che, in cambio di qualche dose di droga o soldi, si faceva vaccinare più volte al mese con documenti falsi, mettendo anche a rischio la propria salute. Ma non era l’unica attività della banda, ritenuta responsabile di diverse rapine, anche molto cruenti, tre delle quali ai danni di alcuni commercianti in località San Giovanni La Punta, e di aver messo in piedi una vera e propria officina di armi clandestine, perfettamente funzionanti, poi vendute illegalmente a criminali del luogo per migliaia di euro. Sarebbero 17, in totale, le persone indagate, secondo quanto emerso da un’inchiesta della Dda della Procura di Catania. Nove sarebbero state arrestate questa mattina da oltre cento carabinieri del Comando provinciale di Catania secondo quanto disposto dall’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura. Per loro le accuse sono di “falso materiale”, “cessione di stupefacenti” e “ricettazione”, ma anche di “rapina aggravata”, “sequestro di persona” e “fabbricazione, porto e compravendita di armi clandestine”.
A Vicenza la Procura indaga su una vicenda simile
Una vicenda simile è al vaglio della Procura di Vicenza, dove si indaga anche su Madame, all’anagrafe Francesca Calearo, la cantante 21enne attualmente in lizza al Festival di Sanremo. Si tratta di un’inchiesta che ruota attorno alla dottoressa vicentina Daniela Grillone Tecioiu, già finita ai domiciliari nel febbraio scorso, con le ipotesi di reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, la falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e il peculato insieme al compagno e a un secondo medico. La cantautrice e una celebre sportiva, la tennista Camilla Giorgi, in passato pazienti della dottoressa, avrebbero ottenuto il Green Pass – allora richiesto per legge per accedere ai locali pubblici e nei luoghi di lavoro – senza mai essersi sottoposte alla vaccinazione anti-Covid. È questa la tesi sostenuta dall’accusa, smentita da Giorgi e in parte confermata da Madame, che sui social negli scorsi mesi ha fatto sapere: “Sono nata e cresciuta in una famiglia che per vari motivi ha iniziato a dubitare dei medici e delle misure della medicina tradizionale spingendosi su ricerche alternative”. Questa la motivazione per cui non solo avrebbe deciso di non fare “prontamente il vaccino del Covid”, ma non avrebbe neanche ottenuto “altri vaccini”, come quelli tradizionali. “Proseguo a completare tutte le vaccinazioni necessarie per me e utili per gli altri”, aveva poi dichiarato, spiegando che, dopo aver ricevuto notizia dell’indagine, si era messa in contatto con un infettivologo per capire come recuperare. Il post era poi stato rimosso. “Tolgo l’ultimo post […]. Lascio che l’indagine faccia il suo corso. Aggiungere altro è superfluo, mi spiace per ciò che sta succedendo”, aveva detto. La 21enne è accusata di falso ideologico ma, in attesa della sentenza, Amadeus ha deciso di non escluderla dal Festival, ribadendo la questione della presunzione di innocenza.