Francesco Acerbi si è preso l’Inter: il classe 1988, arrivato in prestito con diritto di riscatto dalla Lazio, sta stupendo per il rendimento e Simone Inzaghi lo ha promosso come titolare. Nonostante i trentacinque anni, l’ex Milan è uno dei calciatori più utilizzati tra i nerazzurri. Francesco Acerbi ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, in cui ha affrontato vari argomenti: dai temi calcistici, futuro e spogliatoio, alla vita privata. Negli scorsi anni, infatti, il difensore italiano ha combattuto e battuto due tumori.
Acerbi: “Il Napoli è una macchina da guerra”
“Nella vita è sempre necessaria una sfida. A me è servita, prima con mio padre, poi con la malattia”, ha esordito Francesco Acerbi ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. “Pochi mesi prima del mio passaggio al Milan nel 2012 è scomparso mio padre. Mi sentii svuotato, diventai arrogante e pensavo che gli scarsi erano sempre gli altri. Nella sofferenza bisogna combattere ma sono stato anche fortunato a farcela. Ero sfacciato, dicevo: ‘ok affrontiamolo!’. Come fosse una partita. Ma è impossibile non avere paura, la nascondevo“. Il difensore nerazzurro ha poi parlato della stagione nerazzurra, con la rincorsa al Napoli distante tredici punti in classifica: “Il Napoli è una macchina da guerra, ma non dirò mai che per lo scudetto è finita: abbiamo ancora il 5% di possibilità e dobbiamo crederci. Loro dovrebbero rallentare, ma noi dobbiamo pensare di poter vincerle tutte”. Poi sulle difficoltà riscontrate contro le piccole: “Prendiamo l’Empoli come esempio: inconsciamente pensi di poterla vincere in qualche modo, ma a volte non basta. E magari ti capita un imprevisto. Nelle gare “secche” c’è una motivazione diversa, ma quella fame dovremmo averla sempre. Se abbiamo la cattiveria giusta, vinciamo: su questo non ho dubbi. A volte, però, ci è mancato un po’ di mordente“.
Poi Francesco Acerbi ha parlato della UEFA Champions League e della sfida degli ottavi di finale contro il Porto: “Se stiamo bene tutti, possiamo essere noi la sorpresa. Il girone ci ha dato fiducia: il Porto è forte e fisico, ma possiamo batterlo. Una volta ai quarti, tutto può succedere: dipende da forma, morale, fortuna. E noi ci arriviamo con Lukaku e Brozovic in più“.
“Futuro? Vorrei restare. Su Skriniar…”
Nonostante l’ottima stagione, il futuro di Francesco Acerbi è ancora incerto. Il classe 1988, arrivato dalla Lazio, spera nel riscatto: “Vorrei restare perché qui sto bene. Anzi, di una cosa sono certo: non arriverò un’altra volta ad agosto senza conoscere il mio futuro. A luglio voglio sapere dove giocherò. Spero si trovi una soluzione al più presto per il mio riscatto: ho 35 anni, ma sto benissimo fisicamente e mentalmente“.
Poi sullo spogliatoio e la vicenda Milan Skriniar, che lascerà il club a luglio per passare al Paris Saint-Germain: “Sapevamo tutti che aveva un’offerta Psg, ma non ci ha mai detto nulla. E a noi interessava poco… Abbiamo sempre visto l’impegno, questo ci importava. Poi a fine anno sarà un dispiacere vederlo andare via e non sarà facile sostituirlo: i giovani difensori bravi sono pochi e costano, vedi Giorgio Scalvini“. E infine una considerazione sullo spogliatoio: “È un piacere avere Lautaro Martinez come compagno, per come lotta in campo mi ha impressionato. Lukaku se sta bene è devastante, non è marcabile. Edin Dzeko ha un’eleganza fuori dal comune: anche se sta così così, 2-3 soluzioni a partita le trova sempre. E poi Correa: è in difficoltà, cerchiamo di aiutarlo, ma vale gli altri“.