Si è tenuto l’atteso colloquio, annunciato già ieri, tra Vlodymyr Zelensky e Giorgia Meloni. Secondo una fonte europea che ha parlato all’AGI il presidente ucraino, in seno ad un incontro di gruppo con alcuni leader, ha chiesto al Premier italiano di trattenersi per un faccia a faccia. Le parti si sono, in prima battuta, confermate sulle note posizioni dell’ultimo anno: Zelensky ha manifestato la forte gratitudine per l’impegno di Roma e Meloni ha confermato il sostegno italiano all’Ucraina contro l’aggressione russa. Si è parlato anche della sua visita a Kiev che dovrebbe avvenire prima del 24 febbraio. Zelensky è stato chiaro nel ripetere quanto già riferito nei colloqui, e bilaterali e collegiali, con gli altri leader: “Purtroppo la guerra è in corso e durerà, non possiamo fermarci alle emozioni, servono armi. Armi di un certo tipo”. Essenzialmente, dopo aver ottenuto il via libera per i carri armati Leopard 2, Zelensky punta ai caccia. I Mig-29 ma anche gli F-16. I leader Ue sono riluttanti. I pochi che hanno promesso qualcosa, si sono assicurati che non sia reso pubblico. Il presidente ucraino, forse carpendo la riluttanza europea, ha fatto presente il successo della sua spedizione in Gran Bretagna: “La mia visita a Londra ha dato frutti concreti, ci sono accordi di cui non posso parlare. Per arrivare a ottenere i jet ci vorrà del tempo, verrà dichiarato quando sarà il momento”. È stato accolto da eroe, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nella sua storica visita a Bruxelles. Standing ovation al Parlamento europeo. Applausi e abbracci al vertice Ue dai capi di Stato e Governo. Lui, visibilmente commosso, ha mostrato tutta la gratitudine per l’Ue che non ha mai fatto mancare il suo sostegno da quando i carri armati russi hanno marciato verso Kiev, il 24 febbraio dell’anno scorso. Ma ha chiesto altro e di più.

Zelensky chiede armi e jet, l’Europa tentenna

Il refraim di Zelensky è chiaro: la guerra perdura e c’è bisogno di armi pesanti. Incerto il risultato del faccia a faccia avuto con Emmanuel Macron. Lo stesso presidente francese si è tenuto su un cauto: “Non posso entrare nei dettagli dei piani militari di Kiev”. Ma qualche spiraglio di luce c’è. Ad esempio Mateusz Morawiecki, Premier polacco, dice: “Non saremo i primi a fornire i caccia, ma se altri aprissero la strada la nostra risposta sarebbe positiva”. Estonia e Belgio, che non hanno jet a disposizione, sono in versione “Vorrei ma non posso”. Decisamente più attento e guardingo è invece l’olandese, Mark Rutte: “Rischia di essere una linea rossa per lo scontro diretto con Mosca”. La linea olandese, condivisa con alcuni paesi più frugali, è che ci si debba muovere nel perimetro della Nato. È lì, in ultima istanza, che si dovrà decidere.

Ingresso in Ue dell’Ucraina: la situazione


Michel e von der Leyen si sono detti impressionati dai progressi compiuti dall’Ucraina. Zelensky ha ribadito la volontà di “Aprire i negoziati quest’anno, intendo proprio quest’anno, il 2023. Ci serve per dare motivazione all’esercito”. Michel, realista, ha detto: “Sono cosciente della responsabilità che ho ma serve l’unanimità”.