Stefano Bandecchi a tutto campo in un’intervista a Terni television. Il coordinatore nazionale di Alternativa Popolare ha spiegato i motivi che lo hanno portato a decidere di candidarsi a sindaco di Terni:

Mi sono candidato per far diventare Terni un vero e proprio laboratorio politico. Io sono il segretario di Alternativa Popolare, che è iscritto al Partito Popolare Europeo. Io sono sempre stato vicino a Forza Italia, questo partito era una costola di Forza Italia, era un partito liberale e che mi piace anche nel nome: Alternativa popolare. Se vogliamo cambiare qualcosa dobbiamo avere un’alternativa. A Terni mi sono affezionato. Se sono diventato cittadino onorario ternano per le cose che ho fatto extra calcio accetto ben volentieri questa nomina. Mi riconosco cittadino ternano perché ho trattato i cittadini come fratelli. Ho mandato i ragazzi della Ternana a consegnare pacchi viveri per le case, a consegnare respiratori negli ospedali. La mia visione di questa città è semplice. Una parola che andrebbe usata è squilibrio. E’ un po’ di tempo che sto in Umbria e vedo le cose come stanno. Guardavo oggi la provincia di Perugia e la provincia di Terni. 225mila persone contro 650mila. Già qui non ho capito bene come sono state divise le province. Ma poi bisogna anche capire come vengono trattate le province. A Terni c’è l’Università di Perugia, ma sta qua con le aule per fare lezione, non con i centri di ricerca, con il cuore vero dell’università”.

“E’ arrivato il momento di cominciare a pensare a Terni in un’ottica diversa. Quest’anno si è raggiunto il punto più basso delle nascite e il più alto delle morti. Se continuiamo in questa maniera Terni si spopolerà completamente. Se cominciamo a pensare che ogni anno questa popolazione diminuirà di mille anime, questo è spaventoso. Se cominciano a mancare le attività industriale, allora Terni è destinata a vedere anche i propri giovani andare via. Il mio progetto per Terni parte da un numero: 300mila. Terni nasce per essere una città da 300mila abitanti, forse non lo diventerà mai, però noi dobbiamo cominciare a credere in questo numero. Più siamo, più economia facciamo girare e più benessere ci sarà. Dobbiamo portare sviluppo. Per assurdo Terni non vive di turismo. Qui c’è una terra bellissima, se andiamo sopra le cascate delle Marmore abbiamo tutto ciò che hanno fatto i romani. C’è un impero turistico che va rilanciato. Questa è una città che doveva essere arredata oggi a Natale, perché è la città di San Valentino, dell’amore. Bisogna cominciare ad attrarre le persone con degli scopi precisi. Noi abbiamo delle cose fantastiche e dobbiamo farle vedere centimetro per centimetro. La gente deve venire da Milano, da Firenze a vivere a Terni perché c’è lavoro, cultura, movimento. Dove c’è l’economia nascono anche i bambini”.

Bandecchi: “Andrò fino in fondo”

Molti pensano che a un certo punto Bandecchi ritirerà la sua candidatura da sindaco, appoggiando un altro candidato della coalizione di centrodestra. Bandecchi su questo ha le idee chiare:

“Trovo che in questo momento ci sia una rottura tra le situazioni politiche e la mia persona. Al Ministero dell’università in questo momento c’è una persona che è stata anche un’amica, eppure io dal Ministero dell’università in questo momento non ho avuto nemmeno la risposta di come dovrei fare i bilanci il prossimo anno. Per quanto riguarda l’inchiesta su Unicusano, io ritengo di essere vessato e di essere stato messo in mezzo, per quale motivo non lo so. Due studi di commercialisti, tre revisori dei conti, due società di revisione internazionale controllano i nostri bilanci, nessuno di loro si è accorto che abbiamo sbagliato a fare i nostri bilanci. Ad oggi non c’è un pm che ha guardato. Addirittura la Finanza viene ad applicare una legge alla mia università che si applica agli istituti bancari, poi ci mette in mezzo le Rolls Royce, le Ferrari, ecc… Ad oggi scopro di essere un grande evasore fiscale, però non mi hanno sequestrato nulla. Se io ho rubato all’Unicusano, l’Unicusano dovrebbe essere parte lesa, invece a me non hanno sequestrato nulla, hanno sequestrato i soldi all’Unicusano. Non è che io voglia essere aiutato, però qualcuno un colpo di telefono potrebbe farlo. Ho fatto una domanda 20 giorni fa al Ministero dell’Università e non mi è arrivata nessuna risposta. Il mio partito appoggia la lista Rocca e la lista Fontana, ma Terni diventa una laboratorio in cui andrò fino in fondo perché io oggi ho bisogno di fare politica per cambiare le cose. Io mi candido per vincere”.

Sullo stadio e la clinica

“Tutti hanno capito che ci sono esigenze per la città: avere uno stadio nuovo e avere una clinica. Ma anche un centro di cardiologia, di oncologia e radiologia. L’ospedale pubblico di Terni potrebbe diventare ancora più importante. Insieme a tutto il Comune di Terni abbiamo fatto una battaglia e l’abbiamo vinta, questa è la politica che mi piace. Se non divento sindaco continuo a guadagnare 4 milioni l’anno. Se divento sindaco rimetto a posto le cose, dimostro cosa significa sviluppare la città, dove un turista non si ferma solo per andare a vedere le acciaierie. Terni era Terni tanti anni fa, non è nato con le acciaierie”.

Sulla provincia

“Per me la provincia va allargata. Se Perugia è capoluogo di Regione, deve avere una bella provincia, ma 450mila persone. Noi dobbiamo avere una provincia di 400mila persone. Ci devi dare la possibilità di sognare uno sviluppo e un mercato diverso”.

Su Alternativa Popolare

“Voglio portare le idee di Alternativa Popolare nei Comuni, nel Parlamento europeo e nel Parlamento italiano. Noi andremo da soli, poi se qualcuno è d’accordo con noi e ci vuole portare un valore aggiunto ben venga, ma appunto devono essere persone che devono portarmi qualcosa in più. In Alternativa Popolare avremo tutta gente nuova, diversa. A noi piacciono le persone che hanno lavorato. Noi vogliamo fare risultati. Chi si candida con me non deve candidarsi per lo stipendio, per stare in Comune ci vuole rispetto per la cittadinanza”.

Inchiesta su Unicusano collegata alla sua discesa in politica?

“Qualche perplessità mi è venuta. Ho dato fastidio a qualcuno perché ho rifiutato un’offerta di 2 miliardi per la mia università. Ora poi mi sono messo in discussione con il centrodestra, perché mi piace la Meloni, ma io non ho le sue stesse idee perché lei è conservatrice e io un liberale. Possiamo vivere nello stesso condominio, ma sono spaventato quando sento che Berlusconi vuole diventare un conservatore. Io sono un capitalista sociale, quello europeo, che arriva dal protestantesimo tedesco”.

Sull’Universitas Libertatis

“Io l’ho fatta, l’ho pagata, probabilmente la chiuderò perché Berlusconi non lo sento da mesi. Ad oggi con Berlusconi abbiamo idee diverse. Per me Berlusconi dovrebbe tornare ai vecchi consigli, quelli di un Tajani. Se Berlusconi ascolta altri consigli io non sono più d’accordo”.

Sulla cessione della Ternana

“Non lo se se la prenderà un fondo internazionale o un privato. Una cosa è certa: la deve prendere qualcuno che si intende di calcio. Oggi parlavo con il presidente Cairo, un imprenditore importante, lui mi ha fatto vedere quanto ci ha rimesso con il calcio. Forse quest’anno riuscirà ad avere un po’ di guadagno. Se prendete le prime 6 squadre della classifica hanno tutte dei debiti che vanno dai 300 milioni a 1 miliardo e mezzo. Bisogna rivedere il mondo del calcio in generale. Io oggi attraverso l’Unicusano sono presidente della Ternana. Io vendo a chi mi pare e vendo quando trovo qualcuno che mi dà soddisfazione. Voglio rimanere al 20%”.