L’amministratore delegato dell’Inter Beppe Marotta è tornato a parlare dell’addio di Milan Skriniar e di alcuni calciatori che stanno lavorando al rinnovo, come Alessandro Bastoni e Hakan Calhanoglu. Intervenuto alla presentazione del libro “Società sportiva 2030” di Massimo Aghini, il dirigente nerazzurro ha affrontato vari argomenti: dal tema rinnovi fino al nuovo stadio, l’amministratore delegato dell’Inter non si è risparmiato. Tra i temi più affrontati da Beppe Marotta, però, c’è il mancato rinnovo del contratto di Milan Skriniar, che lascerà il club alla scadenza del contratto il prossimo giugno.
Inter, le parole di Marotta sul mancato rinnovo di Skriniar
Milan Skriniar, dopo la decisione di lasciare l’Inter a parametro zero, non indosserà più la fascia da capitano: la decisione è stata presa dalla società nerazzurra, come ammesso da Beppe Marotta. “Dentro la fascia da capitano – ha esordito l’amministratore delegato nerazzurro – ci sono dei valori come l’appartenenza e l’amore per il club che devono essere recepiti da chi la porta. Se uno questi valori non li recepisce, non può essere candidato a portarla. Appartenenza e amore per il club, insieme a tutto un insieme di altre situazioni, sono fondamentali per essere buoni capitani”.
Inoltre, l’amministratore delegato dell’Inter ha parlato anche dei rinnovi di contratto di Alessandro Bastoni e Hakan Calhanoglu: “Sono sempre ottimista“. Soprattutto quello del difensore è un rinnovo importante: con l’addio di Milan Skriniar e la trattativa che non decolla per il prolungamento di Stefan De Vrij, Beppe Marotta vorrebbe blindare il classe 1999 italiano, colonna prima con Antonio Conte e ora con Simone Inzaghi (Clicca QUI per le manovre in difesa).
Marotta: “Nuovo stadio? In Italia troppe problematiche”
Non soltanto calcio giocato, ma anche temi extracampo. Beppe Marotta ha anche parlato del tempo relativo al nuovo stadio (o al rifacimento di San Siro): “Bisogna criticare un po’ l’iter italiano per costruire un nuovo impianto. All’estero è tutto più semplice perché la costruzione di un nuovo stadio viene considerata come un elemento di carattere nazionale, da noi purtroppo diventa un elemento di carattere del territoriale e purtroppo devi passare attraverso un processo di analisi molto lento. Questa lentezza porta al fatto che nel corso del tempo subentrino ulteriori problematiche che sono importanti come quelle che stiamo riscontrando adesso e che impediscono che tutto diventi tutto più fluido”. Poi l’amministratore delegato nerazzurro ha concluso: “L’Italia sportiva ha bisogno di strutture adeguate, non solo stadi e grandi opere, ma anche palestre nelle scuote. C’è un percorso da migliorare e da approfondire e sono sicuro che con l’avvento del ministero dello sport e del ministro Abodi sarà colmato questo handicap”.
Poi ha concluso: “Il nostro è un mondo di business, dove purtroppo il dio denaro ha un ruolo molto importante, ma importante è anche il lato sportivo. E spesso le due cose si intrecciano. Essendo un dirigente di lunga militanza ed essendo proveniente dall’oratorio, posso capire quello che è il processo evolutivo che porta al professionismo. Lo sport di base racchiude in sé la missione di avere a che fare con giovani che saranno gli uomini del domani. Il compito di chi gestisce lo sport è di grande responsabilità“.