“Io sono sempre dipinto come quello che ha i busti del Duce. Ce l’ho, è alto così (indica con le mani, ndr). Era di mio padre, me l’ha lasciato. Non capisco perché dovrei buttarlo, non lo butterò mai. Come non butterei mai una statua di Mao Tse Tung. Se mi avesse lasciato una statua di Mao Tse-Tung avrei tenuto anche quella”. Sono parole di Ignazio La Russa, Presidente del Senato, riferite ieri in occasione del convegno della fondazione Tatarella tenutosi in Sala Zuccari al Senato. Un convegno che si è tenuto proprio in occasione (ieri 8 gennaio) dell’anniversario della morte di Giuseppe – detto Pinuccio – Tatarella: esponente di spicco della destra della prima Repubblica. La fondazione che porta il suo nome lo ha ricorda come il “Padre della destra e precursore del centrodestra”.

Ma ovviamente, a rubare la scena, non è stato il ricordo dell’Onorevole di Cerignola bensì la frase pronunciata da La Russa che, in sostanza, ammesso di avere un busto di Benito Mussolini in casa sua. Una dichiarazione, evidentemente, disdicevole da parte della seconda carica dello Stato. Tanto da aver innescato il riflesso offensivo delle opposizioni. Il Presidente del Senato, poi, è tornato sull’argomento ai microfoni di Repubblica: “Per me il busto di Mussolini è solo un fatto famigliare. Poi, è un busto di 20 centimetri…Mamma mia!”. Dopo aver minimizzato, La Russa aggiunge: “Basta con questa storia del busto. Tra l’altro, poveretto, è in un angolo buio, in una casa grande. Chi viene da me non lo vede neanche”.

Lo sconcerto delle opposizioni

Filiberto Zaratti, Capogruppo dell’alleanza Verdi e Sinistra Italiana, ha immediatamente commentato: “La Russa non butta via il busto del Duce? Mi meraviglierei del contrario, lui è fermo lì, purtroppo, sebbene sia presidente di un’istituzione nata dalla Costituzione anti-fascista, scritta per contrastare tutto ciò che Benito Mussolini ha fatto subire all’Italia”.

La Russa non sa perché dovrebbe buttare il busto del Duce? La risposta ce l’ha, pronta, il leader del Terzo Polo Carlo Calenda: “Perché ha collaborato allo sterminio degli ebrei, perché ha fatto uccidere gli oppositori e bastonare lavoratori. E tu non sei cinese. Sei italiano. Patria del delinquente. E Presidente del Senato. E se non capisci perché devi buttare il busto di Mussolini non meriti di esserlo”.

Dal Terzo Polo, fronda Italia Viva insiste sul punto anche Ivan Scalfarotto:

Stemperando il ricordo della dittatura fascista in un nostrano ‘volemose bene’, gli italiani hanno evitato quel doloroso cammino di piena consapevolezza della nostra storia che altri Paesi hanno invece deciso di affrontare. Un cammino che ancora una volta, anche adesso che abbiamo al Governo chi si è formato stando dall’altra parte della Storia, abbiamo evitato ed evitiamo in tutti i modi. Il problema non è solo la presenza tuttora attuale di pericolosi gruppi neofascisti in Italia, come il l’assalto alla CGIL ci ha drammaticamente ricordato.

Busto del Duce? Per Alessandra Mussolini nessun problema: “Io ne ho tanti”

Chi si schiera dalla parte del Presidente Ignazio La Russa è Alessandra Mussolini. L’Europarlamentare di Forza Italia, ai microfoni di Agorà su Rai 3, dice: “È giustamente, una sua libertà. Se venite a casa mia, è pieno”. L’omonimia tra l’eurodeputata ed il Duce, d’altronde, è esemplificativa. Anche perché si tratta molto di più di questo: è una vera e propria parentela. Alessandra Mussolini, ricordiamo, è figlia di Maria Scicolone e di Romano Mussolini. Quest’ultimo è figlio di Rachele Guidi e Benito Mussolini. Il legame, già abbondantemente noto, è stato ribadito così:

Quello è mio nonno, quindi ci mancherebbe altro. Io credo che se noi andiamo avanti con questo seminare anche un po’ non dico odio, speriamo che non sia così, ma zizzania tra le varie differenze non arriviamo da nessuna parte.