L’Ucraina si scaglia contro Elon Musk che non vuole mettere a disposizione il servizio satellitare Starlink per controllare i droni militari. Gwynne Shotwell, Coo di SpaceX, ha spiegato che questa decisione è stata presa perché non è mai stata intenzione della società di permettere che Starlink fosse usato per scopi offensivi: “Sappiamo che i militari li usano per le comunicazioni, e va bene ma il nostro intento non è mai stato quello di farli usare per scopi bellici”.
Immediata la replica del consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, che accusa la società di Musk di non riconoscere il diritto all’autodifesa di Kiev. Le società, ha aggiunto su Twitter, devono scegliere se sono “dalla parte del diritto alla libertà” o dalla “parte della Russia e del diritto di uccidere ed occupare territori“.
SpaceX ha spedito privatamente camion carichi di terminali Starlink in Ucraina, permettendo ai militari del Paese di comunicare mantenendosi connessi con i quasi 4000 satelliti che SpaceX ha lanciato nell’orbita bassa della Terra. Anche Governi come quegli di Stati Uniti e Francia hanno finanziato l’operazione, mentre la Russia ha tentato di disturbare i segnali della regione.
Cosa è Starlink?
Starlink è una costellazione di satelliti attualmente in costruzione dal produttore privato aerospaziale americano SpaceX per l’accesso a internet satellitare globale in banda larga a bassa latenza. La costellazione sarà costituita da migliaia di satelliti miniaturizzati prodotti in massa, collocati in orbita terrestre bassa, che lavoreranno in sintonia con ricetrasmettitori terrestri. SpaceX è intenzionata, inoltre, alla commercializzazione di alcuni dei suoi satelliti per scopi militari, scientifici ed esplorativi.
Sono state sollevate preoccupazioni riguardo agli effetti e ai danni a lungo termine dei detriti spaziali, conseguenti dal rilascio di migliaia di satelliti in orbite al di sopra dei 1000 km. Successivamente è stato deciso di utilizzare orbite intorno ai 550 km, relativamente più sicure perché consentono ai detriti di decadere in tempi minori. Altre critiche sono relative a un possibile impatto negativo nelle attività di astronomia osservativa, che SpaceX ha annunciato di voler risolvere. A giugno 2020, uno dei satelliti della costellazione ha un rivestimento sperimentale studiato appositamente per renderlo meno riflettente e quindi meno visibile a osservazioni astronomiche da terra.
Il costo totale dalla progettazione alla realizzazione fino a regime, in un periodo di 10 anni, è stato stimato da SpaceX nel maggio del 2018 pari a 10 miliardi di dollari statunitensi. Il percorso di sviluppo del prodotto è iniziato nel 2015, con i primi due voli di prova dei prototipi di satelliti lanciati nel febbraio 2018. Il primo lancio per il dispiegamento di una parte della costellazione è avvenuto il 24 maggio 2019 con i primi 60 satelliti portati con successo in orbita. La sede di sviluppo dei satelliti di SpaceX è a Redmond (Washington), dove risiedono strutture di ricerca, progettazione, costruzione e controllo operativo.
A maggio 2021 sono 1433 i satelliti operativi della costellazione in orbita. SpaceX ha attivato un servizio privato in beta negli Stati Uniti ad agosto 2020 e ha lanciato un servizio pubblico, sempre in beta, ad ottobre 2020, attivo solo ad alte latitudini. SpaceX attualmente è in grado di portare in orbita 60 satelliti per ogni lancio e si pone come obiettivo il dispiegamento di ulteriori 1500 satelliti (dal peso di 250 kg) entro la fine del 2021 e l’inizio del 2022. Per il 2025 SpaceX prevede 40 milioni di abbonati.
Starlink arriva in Italia
Elon Musk guarda all’Italia e si rivolge ad essa per mezzo di un tweet nel quale annuncia l’attivazione del servizio Internet Starlink nel nostro Paese: “Disponibile in Italia!” recita la caption. Il tweet è accompagnato da una card (tutto in lingua italiana) in cui Musk parla di un servizio internet: “Ad alta velocità” anche nelle “Regioni più rurali ed isolate del mondo”. E ancora sul servizio: “Eccellente per streaming in 4K, videochiamate e giochi online”. Ben messo in evidenzia anche il prezzo di tale servizio: “50 euro al mese e 540 euro per l’hardware”.