Secondo la camera di commercio americana a Taiwan, il numero di aziende nell’isola di Formosa che dichiarano di registrare interruzioni dell’attività a causa delle crescenti tensioni tra Taipei e Pechino è quasi raddoppiato. Tra agosto e dicembre, il numero di aziende che segnalano “interruzioni significative” è aumentato dal 17% al 33%.
Le interruzioni dell’attività sono state causate dall’elevata preoccupazione della sede centrale globale, dall’aumento dei costi di spedizione, assicurazione o finanziari, nonché dall’ansia del personale, ha spiegato la camera.
Quasi la metà delle aziende intervistate dalla camera ha dichiarato di sviluppare piani di emergenza in risposta all’aumento della tensione.
Il 28% delle aziende intervistate dalla Camera ha dichiarato di lavorare per riadattare le catene di approvvigionamento, mentre il 18% ha affermato di espandersi in altre località al di fuori di Taiwan.
Tensioni Cina-Taiwan, i recenti avvenimenti
La riunificazione cinese dovrà compiersi entro il 2049, data del centenario della Repubblica popolare, “o con le buone o con le cattive”, provincia ribelle, chiamasi Taiwan, inclusa: questo pensa la dirigenza del Partito Comunista Cinese (PCC) la cui propaganda e assertività contro Taipei sono sempre più feroci negli ultimi tempi.
Da quando Nancy Pelosi ha visitato l’isola il 2 agosto scorso, le incursioni aree hanno registrato un dato: la linea che divide lo stretto di Taiwan, la cosiddetta linea mediana, è diventato il nuovo confine delle esercitazioni cinesi, le cui manovre ormai superano regolarmente la divisione dello stretto. La linea mediana è la zona cuscinetto non ufficiale (e ampiamente rispettata fino all’estate scorsa) tra la Repubblica Popolare e la Repubblica di Cina.
Nella giornata di mercoledì scorso, trentaquattro aerei e nove navi militari sono state registrate intorno a Taiwan. In risposta Taipei ha fatto decollare jet da combattimento, ha messo in allerta la sua marina e ha attivato sistemi missilistici
La ragione che ha fatto infuriare Pechino è stata probabilmente la chiamata tra il nuovo Presidente della Repubblica Ceca, Petr Pavel, e la leader dell’isola Tsai Ing-wen. Un segnale diplomatico importante per l’isola che non ha rapporti con Praga ma che ha fatto indispettire Pechino poiché, secondo il dragone, questo è stato “un segnale sbagliato alle forze indipendentiste”.
Il tutto avveniva mentre il Segretario Generale della NATO Stoltenberg era impegnato nel suo tour in Asia tra Corea del Sud e Giappone.
Inoltre, nella giornata di giovedì scorso, Stati Uniti e Filippine hanno annunciato un nuovo accordo che prevede un rafforzamento militare statunitense nel paese del Sudest asiatico. Si tratta di basi militari di cui almeno una si troverebbe in una posizione strategica per difendere Taiwan.
Secondo la propaganda del Partito la riunificazione di Taiwan alla Repubblica Popolare è destinata a compiersi e nei confronti dell’isola democratica, nuovamente, la Cina non sembra lasciare spazio al compromesso.