La polemica politica di giornata impazza sulle reazioni alla dichiarazione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni pronunciata a margine del Consiglio Ue in programma oggi e domani a Bruxelles: in breve, la premier aveva bacchettato il presidente francese Macron per aver organizzato un trilaterale con Zelensky da cui l’Italia è rimasta esclusa.
E c’è chi già ricorda con nostalgia la foto in treno verso Kiev in cui Mario Draghi era ritratto sorridente insieme allo stesso Macron e al cancelliere tedesco Olaf Scholz, a sua volta presente ieri nel vertice.
L’accusa è molteplice per direzioni ma univoca nella sostanza: l’Italia ha un ruolo sempre più marginale nello scacchiere geopolitico europeo, e le opposizioni rinfacciano alla leader di Fdi un netto passo indietro rispetto alla caratura internazionale del suo predecessore.
Reazioni alle parole di Meloni su Macron, il lungo elenco di errori
Riacquistano dunque anche un peso diverso i bilaterali avuti da Meloni sia con Macron che con Scholz, dopo lo “sgambetto” più o meno volontario: vediamo le reazioni principali dei banchi dell’opposizione.
Cominciamo in ordine di importanza di ruolo da Carlo Calenda, leader di Azione, il quale condanna il pessimo tempismo dell’uscita della sua concittadina:
Alimentare una polemica con la Francia nel giorno in cui Zelensky va a Bruxelles e l’Europa si dimostra unita proprio perché lo accoglie in pompa magna è un gravissimo errore di Giorgia Meloni. È un gravissimo farlo con le motivazioni sbagliate: cioè bollando l’iniziativa francese, del tutto normale, come un’iniziativa che rompe l’unità europea, mentre in realtà quello che rompe l’unità europea è una polemica in un momento sbagliato e con dei toni sbagliati.
Un problema non solo cronologico ma di errata interpretazione, poiché “non è corretto etichettare l’iniziativa francese, del tutto normale, come un’iniziativa che rompe l’unità europea“. Pertanto, il leader del Terzo Polo certifica la totale inadeguatezza del primo ministro tricolore rispetto a un contesto così cruciale. Calenda ha inoltre ricordato come questa polemica sia la seconda con i transalpini dopo quella sulla gestione dei migranti del Mediterraneo:
Qui si vede un’impreparazione di Giorgia Meloni del modo in cui si sta in Europa e del modo in cui si sta con i partner internazionali: e mi dispiace perché la linea del Governo sull’Ucraina è stata di coerenza. Ora la stiamo vanificando, infilando una polemica dopo l’altra con la Francia e questo provocherà un isolamento in un momento in cui molte delle politiche vengono prese in Europa.
Stefano Bonaccini (Pd) consola Meloni sostenendo che “dopo anni in cui hai denigrato l’Europa non puoi che raccogliere ciò che hai seminato“, rimarcando che sarà l’Italia Paese a pagare il prezzo tramite “irrilevanza internazionale”.
Sul fronte di +Europa, il segretario Benedetto Della Vedova enfatizza il cambio di scena tra Draghi e la premier, “dal traino a una posizione di debolezza“. Da Italia Viva Ivan Scalfarotto esalta questa differenza rimembrando la famosa foto del trio Draghi-Macron-Scholz, e avverte sulle possibili ripercussioni negative di queste esternazioni.
Infine, dal M5s hanno parlato i capigruppo agli Esteri in una nota congiunta nella quale Meloni viene definita “imbarazzante“, anche per il suo “adeguamento passivo rispetto ad argomenti di primaria importanza”. L’elenco di errori del primo ministro si allunga poi con il Mes, e con gli ammonimenti che l’Ue ha dato all’Italia, a partire dal codice sulle Ong”.