Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha rigettato la richiesta di revoca del regime 41 bis, più comunemente conosciuto come “carcere duro”, presentata nei giorni scorsi dalla difesa di Alfredo Cospito, leader degli anarchici. Il 55enne abruzzese si trova da dieci giorni detenuto nel carcere di Opera, periferia sud di Milano, dove ha proseguito lo sciopero della fame iniziato in origine nel penitenziario di Sassari.
La decisione è stata comunicata al difensore, l’avvocato Flavio Rossi Albertini. Si attendono ora le reazioni alla notizia, specialmente da parte dei manifestanti.
L’ultima parola del Guardasigilli è stata fortemente influenzata dai pareri espressi precedentemente dalle Autorità giudiziarie che hanno analizzato il caso Cospito: Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, Dda e procura generale di Torino. Pesa anche la convinzione, secondo i collegi giudicanti, del fatto che Cospito sia riuscito con il suo comportamento e le sue dichiarazioni a compattare i movimenti anarchici nazionali e internazionali, e che un allentamento delle misure cautelari favorirebbe la creazione di ulteriori comunicazioni con l’esterno.
Cospito al 41 bis, la difesa annuncia ricorso contro decisione Nordio
Rigettata dunque l’istanza sulla revoca del 41 bis per Alfredo Cospito.
Il 55enne pescarese si trova in regime di carcere duro dal 4 maggio 2022, su disposizione dell’ex ministro della Giustizia Marta Cartabia, per una durata complessiva quattro anni. Da fine ottobre ha iniziato lo sciopero volontario della fame contro quella che lui ritiene una persecuzione ingiustificata, che però ha portato a un rapido deperimento del suo stato di salute. La difesa di Alfredo Cospito ha annunciato un ricorso contro la decisione di Nordio.
Il difensore dell’anarchico, in particolare, aveva presentato la richiesta facendo riferimento alle motivazioni della sentenza della Corte d’Assise di Roma, pubblicate lo scorso dicembre, con cui nel 2019 ha assolto tutti gli imputati, ritenuti legati a movimenti anarchici del circolo romano di Bencivenga, dall’accusa di associazione con finalità di terrorismo disponendo condanne per altre fattispecie minori.