Silvio Berlusconi torna a cannone in vista delle elezioni Regionali di Lazio e Lombardia previste il prossimo weekend, e nella sua ultima pillola rivendica la sua vittoria contro il comunismo ottenuta nella sua discesa in politica.
Ventinove anni fa comunicai la mia decisione di scendere in campo nella politica. Nacque così Forza Italia e, grazie a Forza Italia, sono riuscito ad impedire la salita al potere della sinistra comunista, alla quale alcuni magistrati avevano spianato la strada
Silvio Berlusconi durante un video dello scorso 26 gennaio
Berlusconi e il pericolo rosso del comunismo alle prossime Regionali
Concetti che il Cavaliere ha ripetuto quasi con le stesse parole nelle ultime ore. In particolare, Berlusconi ricorda come “l’ideologia del comunismo è responsabile di 85 milioni di morti“, e che pertanto “molti italiani mi dicono, per telefono o messaggio, di considerarmi un benefattore dell’Italia”, riferendosi all’azzardo poi vincente di abbandonare l’impiego imprenditoriale full-time a Mediaset.
La stoccata indiretta è rivolta a Stefano Bonaccini, attuale governatore dell’Emilia-Romagna e candidato alla segreteria del Partito Democratico, il quale ha rivendicato le sue radici politiche di stampo comunista.
Poi, in maniera forse eccessivamente vittimistica, ha ricordato come tale “torto” lo abbia perseguitato e che alla fine la sua vittoria sia stata doppia, “visto che sono ancora qui a lavorare per il bene dell’Italia e degli italiani“.
In linea più estesa, il messaggio del leader Forzista vuole essere più ampio, e raffigurare l’immagine di un centrodestra che ha sempre messo in primo piano il bene del Paese contro i pericoli interni ed esterni. Anche ieri, quando ha presenziato a un evento di sostegno alla candidatura di Attilio Fontana in Lombardia, Berlusconi ha parlato di “modello di buon governo“, esaltando le qualità umane e governative dell’ex sindaco di Varese.
In precedenza, il Cavaliere si è soffermato anche sulla questione della sicurezza energetica e sulla dipendenza italiana dall’estero. Con una discreta dose si autocelebrazione, il numero uno forzista ha ricordato un altro episodio, ossia l’inaugurazione del rigassificatore di Rovigo, a oggi l’impianto di riferimento della nazione. A tali azioni concrete “è seguito il nulla se non il fine ambientalismo ideologico della sinistra”, che ha spinto Roma verso l’esterno. Berlusconi plaude al price cap e rivendica l’impegno italiano, ma sottolinea che si tratta solamente di un primo passo.