Marco Ferazzi canta le grandi città e le loro dissonanze, un po’ come Leo Pari nel suo ultimo lavoro “Roma Est”. Lo fa forte delle sue ore di volo “fisico” come assistente e “mentale” come artista. Lo fa per raccontare il nuovo singolo prodotto dalla Sottotetto Lab le cui emozioni esterna in modo chiaro e ironico in diretta a “Bagheera”, condotta tutti i giorni dal lunedì al venerdì in pieno drive-time dal cantautore Bussoletti e il sabato nell’edizione serale dalle 20 alle 22 per il “Bagheera Saturday Night Show”. Ecco i passaggi più importanti della loro chiacchierata.
Marco Ferazzi, il senso del singolo
“Ho voluto racchiudere in “Neon Monnalisa” tutte quelle sensazioni che si provano quando ci si incontra in una grande città. Quell’emozione di transitorietà che ti arriva addosso come una nuvola che ti copre il cielo. Da una parte è la consapevolezza della nostra caducità, siamo destinati a passare, ma dall’altra parte c’è quel senso di smarrimento di non avere i punti di riferimento della propria comfort zone. Nulla permane, tutto scorre. Il testo trae spunto da un incontro realmente accaduto, quello dei due protagonisti in una grande città europea.”
Marco Ferazzi, il suo stile musicale
“Come potrei descrivere il mio stile musicale? Si potrebbe definire introspettivo, intimista, fotografico. L’ispirazione può arrivare da moltissime ed imprevedibili fonti. Mi piacciono il primitivismo urbano di Basquiat, le vecchie storie dei miei zii, le infinite geometrie di Escher, il mondo salgariano di Paolo Conte. Qui, in particolare, la produzione si innesta ed avvolge il nucleo pop-cantautorale della canzone, rielaborando e manipolando elettronicamente le fotografie del brano.”
Il lavoro di Stefano Iuso
“Credo che la produzione artistica di Stefano Iuso sia superlativa, indovinatissima. Ha saputo entrare in connessione con la mia scritture senza mai sovrastarla ma arricchendola. La sua sensibilità l’ha portato anche ad essere autore della copertina di cui sono orgoglioso. Sono amante delle cover dei dischi fin da quando ero bambino, credo che facciano parte della comunicazione di una song, e ci tenevo che la mia fosse coerente col messaggio.”
Gli studi da Mogol
“Ho frequentato il CET di Mogol per diverso tempo e sono stati anni fantastici. Là sono cresciuto molto come uomo e come artista, tra lezioni con importanti addetti ai lavori e infinite partite di calcio all’aria aperta. Ti ricordi quanto ci cercavamo in campo, Bussoletti? Tu un ottimo numero sette imprendibile e io un implacabile numero nove che finalizzava la tua fantasia. Con molti studenti di quel periodo, oltre che con te, mi sento ancora.”
Sul pubblico di riferimento
“Parlo ai quarantenni e ai cinquantenni? E perché no? Con loro non ci parla mai nessuno. Non ho nulla contro la musica giovane dei giovane ma credo sia solo una fetta degli ascoltatori. Se adesso la trap è ideale per chi ha quindici anni, chi emozionerà gli adulti?”
Ecco il link del podcast dell’intera intervista di Marco Ferazzi:
https://www.radiocusanocampus.it/it/marco-ferazzi-neon-monnalisa
Ecco il video di “Neon Monnalisa” di Marco Ferazzi:
Ecco la copertina di “Neon Monnalisa” di Marco Ferazzi: