Un lago glaciale che si è formato poco più di quattro anni fa sul versante francese del massiccio del Monte Bianco è già diventato motivo di preoccupazione per la comunità di Chamonix, in Alta Savoia in Francia.
“Un rischio potenziale che conviene anticipare”: così lo definisce il Comune, che per Giovedì 16 febbraio ha convocato “un incontro informativo sulla situazione, le azioni intraprese e le prospettive riguardanti il lago glaciale dei Bossons”.
Durante l’incontro con la popolazione della prossima settimana verrà presentato un aggiornamento sull’evoluzione del volume d’acqua del lago e saranno anche descritte la situazione attuale, le azioni già intraprese e le diverse soluzioni preventive previste sulla base delle conclusioni delle perizie.
La scelta da parte del Comune di chiamare a raccolta la comunità per affrontare un “rischio potenziale” è sintomo di lungimiranza. Il destino del ghiacciaio dei Bossons non è roseo, come quello dell’80 – 90% dei ghiacciai delle Alpi francesi che si stima possano scomparire entro il 2100.
Ogni anno la massa glaciale arretra infatti, di circa 5 metri e in 30 anni si stima abbia perso 1 chilometro. Il ghiaccio in fusione inevitabilmente scorre verso valle, promuovendo l’incremento in volume del lago, che preoccupa soprattutto nelle stagioni estive.
Nell’estate del 2022, che ricorderemo come una delle più calde e siccitose dell’ultimo secolo, per scongiurare alluvioni si è proceduto a un prosciugamento parziale del bacino con mezzi meccanici, scavando dei percorsi di svuotamento. L’obiettivo era quello di abbassare il livello di almeno 2 metri.
Un modo, come riportano i media d’oltralpe, per limitare l’impatto di uno svuotamento improvviso e imprevedibile, che potrebbe provocare un’inondazione della vallata sottostante.
Secondo gli esperti la dinamica di arretramento del ghiacciaio tenderà a modificarsi nei prossimi anni, sostanzialmente accelerando, con conseguente incremento degli apporti idrici al lago. Come ben detto dal Comune di Chamonix, meglio quindi, muoversi di anticipo.
Monte Bianco lago glaciale: i bacini a rischio GLOFs
In gergo tecnico le esondazioni da “esplosione” di laghi glaciali si dicono GLOFs ovvero Glacial Lake Outburst Floo. Com è successo negli scorsi anni in relazione a grandi laghi formatisi ed esplosi in Himalaya ma, non si tratta di fenomeni esclusivi della catena himalayana, né dell’Asia, eventi simili possono verificarsi, e si sono già verificati, anche sulle Alpi.
Un team internazionale di ricercatori, autori di uno studio di recente pubblicato su Nature Communications (“Glacial lake outburst floods threaten millions globally”) ha elaborato una mappa che identifica su scala globale le aree maggiormente a rischio GLOFs.
Dalla mappa risulta che 15 milioni di persone vivono in aree a rischio GLOFs. Le popolazioni più esposte sono quelle che abitano tra le vette dell’Himalaya e del Karakorum, che “in media vivono più vicine ai laghi glaciali con circa 1 milione di persone che vivono entro 10 km da un lago glaciale”. Più della metà della popolazione globalmente esposta ai GLOFs si concentra in 4 Paesi: India, Pakistan, Perù e Cina.
Il team evidenzia, a sostegno della scelta di Chamonix di giocare d’anticipo, che “l’innesco del GLOF è complesso” e stimare quando e come avverrà è molto “difficile da quantificare con precisione senza studi dettagliati e localizzati.”
“I GLOF possono essere altamente distruttivi e possono arrivare con poco preavviso, causando danni significativi a proprietà, infrastrutture e terreni agricoli e provocando ingenti perdite di vite umane”, aggiungono gli esperti, riportando dei dati su cui riflettere, “negli ultimi 70 anni, diverse migliaia di persone sono state uccise dai GLOF nella sola Cordillera Blanca, la maggior parte a causa di un piccolo numero di eventi , mentre solo 393 morti nelle Alpi europee possono essere direttamente collegate a GLOF nel corso gli ultimi 1000 anni.
La continua perdita di ghiaccio e l’espansione dei laghi glaciali a causa del cambiamento climatico rappresenta quindi un pericolo naturale di importanza globale che richiede un’attenzione urgente se si vuole ridurre al minimo la futura perdita di vite umane.”