Giornata storica a Bruxelles dove il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha tenuto un discorso per la prima volta in presenza dall’inizio della guerra alla sessione plenaria del Parlamento Europeo e farà lo stesso al Consiglio Ue in programma tra oggi e domani.
Il leader di Kiev è stato accolto con una standing ovation prima di prendere posto al leggio, ed è stato ricevuto dalle massime cariche continentali: Ursula Von der Leyen (Commissione Ue), Charles Michel (Consiglio Ue) e Roberta Metsola (Parlamento Ue). Ieri era stato in visita prima nel Regno Unito e poi in Francia, dove ha incontrato il premier Sunak e il presidente Macron.
Benvenuto a casa, benvenuto nell’Ue
Striscione che campeggia nell’aula del Parlamento Europeo
Discorso Zelensky a Bruxelles, una vera dimostrazione di solidarietà
L’Europa si stringe intorno al dolore dell’Ucraina, e questa volta lo fa in maniera tangibile cercando di mostrare quell’unità che spesso è mancata nei mesi precedenti. L’occasione è irripetibile, ossia la visita a Bruxelles di Volodymyr Zelensky, quasi intimorito dal calore e dall’affetto a lui riservato da funzionari e alti rappresentanti del Vecchio Continente. Ma aldilà dei sentimentalismi, che valgono comunque più di molte parole spese finora, per la prima volta il leader ucraino ha ribadito dal vivo l’esigenza di fare fronte comune.
Ci stiamo difendendo contro la forza più antieuropea del mondo moderno: stiamo difendendo noi stessi, noi ucraini sul campo di battaglia, insieme a voi europei
Volodymyr Zelensky, presidente ucraino
La Russia vuole “distruggere lo stile di vita europeo, ma noi non lo permetteremo“. Parole che rimandano a un tema chiave che emerge con prepotenza nelle prime ore belghe di Zelensky, vale a dire l’ingresso di Kiev nell’Unione. Le discussioni sono proseguite anche la scorsa settimana con il bilaterale in Ucraina, dove Von der Leyen ha plaudito il modo in cui il Paese è riuscito a procedere nell’iter riformatorio nonostante si trovasse nel pieno di una guerra. Zelensky ha chiesto un’accelerazione delle tempistiche, dal momento che lo status di candidato è stato attivato il giugno scorso, eppure Bruxelles prende tempo (anche in considerazione di altri Paesi che hanno fatto richiesta da oltre un decennio).
Certamente lo stretto legame anche mediatico tra il leader e i suoi omologhi europei più influenti potrebbe essere una scorciatoia in grado di accorciare in maniera significativa la procedura d’ingresso.
Metsola fa le veci di Kiev: “Servono sistemi a lungo a raggio”
Piuttosto a sorpresa Zelensky non ha parlato espressamente dell’invio di armi, anche perché ne aveva già discusso nei bilaterali di ieri con Inghilterra e Francia, nonché presumibilmente farà lo stesso durante questi giorni.
Al suo posto lo ha fatto la padrona di casa Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo
L’Ucraina è Europa e il futuro della vostra nazione è nell’Unione Europea
Roberta Metsola, presidente dell’Eurocamera
Gli Stati membri “devono prendere in considerazione, rapidamente, come passo successivo, la possibilità di fornire sistemi a lungo raggio e i jet di cui avete bisogno per proteggere la libertà che troppi hanno dato per scontata“. Un messaggio lampante a cui è seguito un altro momento simbolico, cioè quello in cui insieme a Zelensky ha sorretto bandiera dell’Ue prima della celebrazione dei rispettivi inni.
Di riflesso, tutto ciò che è accaduto e accadrà fino a domani sarà inevitabilmente diretto anche a Mosca, che segue con occhio attento ciò che accade sul versante occidentale. E osserva con stupore “il crescente impegno di Germania, Regno Unito e Francia nel conflitto tra Russia e Ucraina“, così il portavoce del Cremlino Peskov.