Il Festival di Sanremo non lo guarda più da anni, Ignazio La Russa: ha preferito Salernitana-Juventus, con un occhio alla serie tv del momento The Last of Us. Ma dopo aver sentito parlare del monologo di Roberto Benigni sulla Costituzione, il presidente del Senato ha detto la sua ai microfoni del Corriere, con un cenno anche alla presenza di Sergio Mattarella durante la prima serata al Teatro Ariston.
È qualche anno che non seguo il Festival. Troppo lungo, con cantanti che per chi ha la mia età sono sconosciuti, spesso palcoscenico di discorsi su altre cose, più o meno condivise o più o meno scontate… Mi annoio molto, lo confesso. Trovo estremamente positivo che il presidente sia andato a Sanremo nel giorno in cui si ricorda l’anniversario della Costituzione: è un modo per essere vicino ai cittadini, per non dare un’immagine della carica ingessata e fredda ma anzi partecipe e popolare. Mi dicono fosse rilassato e anche divertito. Davvero non ho nulla da obiettare. Gli farei i complimenti.
Parlare di Costituzione non è mai sbagliato, se poi quello sia il posto migliore o il discorso sia stato il migliore possibile non tocca a me giudicare. Sicuramente non c’entra nulla Mattarella, che è stato invitato ed è andato e non credo conoscesse nei dettagli tutto quello che si sarebbe detto dal palco.
A proposito della Costituzione, La Russa sottolinea come “nessuno abbia intenzione di toccare alcunché” nella prima parte, mentre sulla modernizzazione della seconda parte “ricordo che lo stesso Benigni votò sì al referendum sulla riforma Renzi, che non passò”.
Sanremo, La Russa: “A noi giovani di destra è stato vietato di esprimerci”
Il presidente del Senato commenta le parole di Benigni sull’articolo 21 della Costituzione, a proposito della libertà di manifestazione del pensiero, particolarmente a cuore del monologhista perché scritto dopo il ventennio fascista. La Russa sostiene come, assieme al primo, l’articolo 21 sia “anche il mio preferito della Costituzione”.
Perché a differenza di Benigni, al quale credo nessuno abbia mai impedito di dire quello che pensava come e quando voleva, a noi giovani di destra per anni e anni è stato vietato di esprimerci, nelle scuole, nelle università, nelle piazze. Non solo su argomenti meramente politici, ma anche su questioni che non dividevano, su diversi punti di vista. Noi sappiamo che cos’è la censura, la libertà di espressione ce la siamo dovuta guadagnare giorno dopo giorno.
Un’opportunità per La Russa di tornare sulla questione del busto di Mussolini in casa sua, regalatogli da suo padre e difeso dall’ex Msi, che non ha nessuna intenzione di “buttarlo” come suggeritogli da Calenda.
Io ho parlato di quel busto proprio per dimostrare che non c’è nesso tra il proprio vissuto politico e il conservare un ricordo del proprio padre, che peraltro non ha mai inteso “restaurare” il fascismo pur senza rinnegare il suo passato.
Un cenno anche sulla questione della pallavolista Paola Egonu, con Salvini che l’ha avvertita di “non andare a lamentarsi del razzismo” durante il Festival della Canzone italiana: dal canto suo, La Russa si augura di “riceverla presto” in Senato “per esprimerle pubblicamente solidarietà” sulla vicenda razzismo. E per quanto riguarda il video intervento di Volodymyr Zelensky, poi convertito nella lettura di una lettera, il presidente del Senato ricorda che “non sarebbe stato il primo politico a parlare a Sanremo”.
Ricordo che fu anche ospitato Gorbaciov. In ogni caso, non è stato bello che l’invito finisse per diventare oggetto di scontri e polemiche. Un invito si fa e si rende pubblico quando si sa che l’operazione va in porto, altrimenti meglio non farlo. Forse la Rai poteva agire diversamente.