BEPPE VESSICCHIO FESTIVAL – Giuseppe Vessicchio, Direttore d’Orchestra, si è raccontato in una lunga intervista all’AGI e ha espresso le sue impressioni sull’edizione in corso di Sanremo 2023. Icona del Festival da sempre, è chiamato all’appello anche quando non dirige l’orchestra. Da sempre, il maestro Beppe è attento ai linguaggi, musicali e alle varie forme di comunicazione in generale.
La prima visione del maestro napoletano è stata questa: “Sanremo è sempre stato uno spunto sociologico, uno specchio molto attendibile dell’umore culturale dell’Italia. Grazie ad Amazon Musica, per cui ho curato anche la playlist ‘Dirige il Maestro Vessicchio’, avevo già avuto il privilegio di leggere i testi e di incontrare gli interpreti delle canzoni partecipanti al Festival. ne ho ricavato l’impressione che viviamo una sorta di verismo, e che nei corsi e ricorsi della storia della canzone italiana stiamo attraversando di nuovo la necessità della verità a tutti i costi, con racconti anche molto personali“.
L’impressione avuta da lui non sembra soltanto una fugace percezione, ma una tendenza ben decisa: “L’onda che stiamo vivendo è come quella del neorealismo al cinema, o del verismo in letteratura. Credo che la visione poetica filtrata attraverso un linguaggio sofisticato abbia ceduto il posto a un linguaggio che ricerca una fotografia molto più cruda, più diretta, elementare. Che avvicina tantissimo le persone invitandole a partecipare, perché è chiaro che la parola colta, quella di un letterato, è da apprezzare, ma genera distanza. Invece il tipo di linguaggio che attraversa i testi di questo Sanremo è assai vicino alle persone e genera partecipazione“.
Beppe Vessicchio Festival, tra sorprese e nuovi linguaggi
Per Beppe Vessicchio occorre porre in ogni caso attenzione al linguaggio, per far sì che venga preservato da un certo tipo di inquinamento: “Vale lo stesso nella politica e nella sfera commerciale: il linguaggio dovrebbe essere un’auspicabile ricerca di bilanciamento armonico, senza nulla togliere alla possibilità di manifestare un’urgenza interiore. Credo però che si debbano evitare inutili conflitti evitando di ‘rompere i vetri’ delle finestre“.
Vessicchio definisce quanto visto finora “il Festival delle differenze“. E afferma: “Le sorprese che ho già ricavato riguardano, per esempio, il legame tra i giovanissimi e il comune passato melodico, cui loro sono molto più legati degli stessi cantanti che lo rappresentano, esprimendo una memoria piacevole di chi li ha preceduti. Se li avessi soltanto gareggiare sul palcoscenico, e non avessi anche parlato con loro, non sarei arrivato a questa percezione. Piaccia o no sarà interessante. Le differenze hanno a che vedere con le diversità, creano una complessità che è arricchimento, un allargamento del paesaggio da cui non è detto si ottenga anche profondità. Ma che ciò possa accadere, e che allargamento e profondità s’incrocino come è accaduto nei migliori momenti del passato, è il mio auspicio al momento. Un auspicio per tutti“.
Perché Beppe Vessicchio non dirige l’orchestra a Sanremo 2023?
Qualche giorno fa, a La Stampa, Beppe Vessicchio aveva confermato: “Al Festival non ci sarò, dichiaro ufficialmente che non ho nessuna direzione per nessuno degli artisti in gara né nei giovani né nei Big“. Da tempo, o meglio da sempre è associato alla kermesse canora più importante d’Italia, ma la sua scelta di allontanarsi dal palco dell’Ariston non è una cosa nuova. Nel 2022, fece un eccezione solo per Le Vibrazioni: “Perché con Francesco Sarcina c’è un legame di lunga data, così come il feeling e la stima che ho con Elio e le Storie Tese“.