La sentenza sul caso Ciatti, avrebbe dovuto mettere la parola fine a una storia lunga 5 anni. Se, tuttavia, il condannato non fosse latitante. Tag24 ripercorre la cronistoria della morte di Niccolò.
La Spagna, la discoteca, la morte
Lloret de Mar. È la sera dell’11 agosto 2017. Niccolò Ciatti, 22enne toscano, di Scandicci, vicino Firenze, è in vacanza con alcuni amici nella località spagnola, emblema della movida sfrenata. Decidono di andare in discoteca. Una delle tante. Scelgono, forse casualmente, il St. Trop. Mentre sono dentro, fra un ballo e l’altro, all’improvviso la violenza. Rassoul Bissoultanov, ceceno di 24 anni, è un atleta professionista di lotta libera e ha partecipato a diversi tornei, che ha trovato asilo politico in Francia durante il conflitto tra Cecenia e Russia. A spalleggiarlo altri due amici, Khabibul Kabatov, 22 anni, e Movsar Magomedov, 24 anni.
L’omicidio Ciatti, una aggressione violentissima
Come riportato da La Repubblica, l’aggressione fu rapida e violentissima. Alessandro Cattani, uno degli amici che era con Niccolò, la descrisse così:
“Quando è scoppiato il finimondo, io ero poco più avanti, e Niccolò invece stava camminando dietro di qualche metro. All’improvviso tra la folla è stato spintonato da qualcuno, come succede spesso in discoteca. Niccolò si è girato per capire ed è stato colpito da uno dei giovani. Erano delle bestie, non delle persone. Non si sono fermate neanche vedendolo a terra e gli hanno tirato una pedata. È stato incredibile, sembravano matti. Gente addestrata a colpire. Senza scrupoli“.
A settembre, a un mese dalla morte del giovane italiano, mentre i compari del lottatore vengono rilasciati, con l’unica condizione di non abbandonare i Paesi dell’area Schengen, Rassoul Bissoultanov è l’unico a rimanere in carcere.
Due anni per il processo, rischio scarcerazione
L’omicidio Ciatti fa un salto di due anni, fino al 2019, quando si decide infatti nel mese di giugno, di processare solo Bissoultanov. Passano altri due anni e la lentezza giudiziaria spagnola però rischia di aprire le porte del carcere e rendere così libero Rassoul Bissoultanov: la custodia cautelare in Spagna infatti non può protrarsi oltre i quattro anni. In assenza di una condanna o di un rinnovo della misura entro l’estate 2021, Bissoultanov sarebbe potuto tornare libero.
L’arresto, la scarcerazione, l’estradizione, la latitanza
Come ricostruisce l’AdnKronos, Bissoultanov venne arrestato il 12 agosto 2017 in Spagna e poi dopo 3 anni e 10 mesi venne rimesso in libertà. Dopo essere stato scarcerato il ceceno lasciò Girona e venne in seguito arrestato in Germania su mandato di cattura internazionale e poi estradato in Italia. Nel dicembre 2021 però la Corte d’Assise di Roma lo ha rimesso in libertà, con un provvedimento poi annullato dalla Cassazione. Siamo quindi al 5 luglio 2022. Tornato in Spagna, il tribunale catalano di Girona infligge 15 anni al ceceno. Sentenza confermata il 13 dicembre scorso dai giudici del Tribunal superior de justicia de Cataluña. Nel frattempo però, Bissoultanov ha fatto perdere le sue tracce ed è ancora latitante. Il dolore del lutto, per la famiglia Ciatti, ha il sapore della beffa.