La Formula 1 sta vivendo un momento per lo meno controverso: oltre alla recenti polemiche legate al presidente Mohammed Ben Sulayem i piloti sono rimasti perplessi dall’ipotetico consenso scritto che dovrà essere richiesto prima di prendere una qualsiasi posizione su temi sociali o politici.

L’ultimo ad esprimersi il pilota della Williams Alexander Albon.

Da un punto di vista personale, la situazione è alquanto confusa. Eravamo molto favorevoli alla campagna #WeRaceAsOne, ora sembra che la FIA stia cercando di allontanarsi da quei propositi. I piloti e la Federazione devono essere aperti al dialogo, ma naturalmente dobbiamo essere in grado di parlare liberamente in una certa misura. Sono sicuro che in seguito otterremo chiarezza su ciò che stanno cercando di dire nella modifica al codice sportivo

Ma anche altri addetti ai lavori, tra cui il CEO della FOM Stefano Domenicali ha parlato della questione, nel suo caso attraverso un’intervista al Guardian.

La posizione di Domenicali sulla “censura” della Formula 1

La F1 non metterà mai il bavaglio a nessuno  tutti vogliono parlare e sfruttare una piattaforma come la F1 per dire quello che vogliono nel modo giusto. Non cambieremo questo approccio come sport. Stiamo parlando di un regolamento e il regolatore è la FIA. Credo che la Federazione chiarirà tutto relativamente al fatto che ci saranno da rispettare alcuni luoghi in cui non è possibile farlo.

Queste parole fanno presagire una politica più o meno severa a seconda del Paese ospitante del Gran Premio. Tutti ricordano il weekend in Arabia Saudita, quando dei missili esplosero a pochi chilometri dal circuito con FIA e FOM schierati da una parte e i piloti dall’altra. Analoga la situazione in Ungheria nel 2021, quando alcuni esponenti criticarono l’attivismo di Hamilton e Vettel, che si erano schierati contro il governo con a capo Viktor Orban.