Secondo il monitoraggio climatico Copernicus dell’Unione Europea (C3S), il mese scorso è stato il terzo gennaio più caldo mai registrato nel continente europeo, con temperature che a Capodanno hanno raggiunto i massimi storici in alcune parti del continente. Il caldo record che sta colpendo l’Europa è la conseguenza dello scioglimento dei ghiacci.

Copernicus, caldo record in Europa

Lo scioglimento del ghiaccio marino non ha alcun impatto visibile sul livello del mare perché il ghiaccio è già nell’acqua dell’oceano. Ma è problematico perché aiuta ad accelerare il riscaldamento globale.

Quando il ghiaccio marino, che rimbalza nello spazio fino al 90 percento dell’energia del Sole, viene sostituito da un mare scuro e non ghiacciato, l’acqua assorbe una percentuale simile del calore del Sole. A livello globale, l’anno scorso è stato il quinto o il sesto più caldo mai registrato, nonostante l’influenza di raffreddamento di un modello meteorologico naturale di La Nina. L’Europa ha registrato la sua estate più calda di sempre, che ha alimentato siccità mortali e incendi nel continente.

Copernicus ha dichiarato che gran parte dell’Europa ha visto temperature superiori alla media il mese scorso, compresi i Balcani e l’Europa orientale “dove il giorno di Capodanno ha registrato un caldo record”.

Altrove, temperature più calde sono state registrate anche negli Stati Uniti orientali, in Canada e in Messico.

“Parti interessate agiscano subito”

In una nota, il vice C3S Samantha Burgess ha scritto:

Queste temperature estreme rimangono un’indicazione tangibile degli effetti di un cambiamento climatico per molte regioni e possono essere intese come un ulteriore avvertimento di futuri eventi estremi.

Poi l’appello:

È imperativo che le parti interessate globali e regionali agiscano rapidamente per mitigare l’aumento delle temperature globali.

Siberia, Afghanistan, Pakistan e Australia hanno tuttavia registrato temperature inferiori alla media, ha aggiunto Burgess. L’estensione del ghiaccio marino antartico era del 31% inferiore alla media e ben al di sotto del precedente record di gennaio. La concentrazione di ghiaccio marino al di sotto della media è stata osservata anche nell’Artico, dove era del quattro percento inferiore alla media, il terzo più basso di gennaio.